martedì 10 marzo 2009

"Satana mi parla". E accoltella padre e figlia

TRAGEDIE ANNUNCIATE
"Satana mi parla". E accoltella padre e figlia
Follia a Torino: l'uomo, in cura ai servizi psichiatrici, ha ucciso un impiegato e ferito gravemente una ragazza di 16 anni. La vedova in lacrime: "Ci ha distrutto. Ora dovrebbe fare la stessa fine".



Torino, 10 marzo 2009 - La ragazzina accasciata a terra nel sangue grida «salvate mio padre». L’uomo che rantola sul cofano di una Panda rossa biascica «ci stanno ammazzando». L’altro uomo, con la felpa a scacchi, un coltello in mano e la testa persa nel delirio, continua a menare fendenti. Dirà la sua anche lui più tardi, quando scopriranno che forse è matto davvero, se ancora si potesse pronunciare quella parola: «Sono inseguito dalla mafia. Sono posseduto dal maligno». Nella sua visione obliqua della vita e della morte quelle sono ragioni sufficienti per accanirsi contro un padre e una figlia e uccidere lui, mandare lei in sala operatoria in gravissime condizioni. «Quell’uomo dovrebbe fare la stessa fine», è la rabbia di Laura, che piange la morte del marito e prega perché la figlia si salvi.


Poco prima, una donna che si affaccia alla finestra pensa a una lite, una delle tante in quel quartiere popolare, Barriera di Milano, che ha come epicentro l’ospedale Giovanni Bosco. Si pensa che a scatenare la furia di Antonio Olivieri, 43 anni, incensurato foggiano in cura ai servizi psichiatrici dell’ospedale Martini, sia la Panda parcheggiata in doppia fila, o il furto della stessa. Le cosche, il diavolo. Farnetica la sua storia davanti ai vigili urbani mentre Lorenzo Bollati, impiegato di 47 anni, viene dichiarato morto e sua figlia Giorgia, di 16, lotta sotto i ferri con ferite alla pancia, alla coscia e all’inguine, talmente profonde da averne provocato l’eviscerazione. La nonna della ragazza assiste dal balcone all’aggressione: sarà ascoltata dagli inquirenti così come due passanti.

Accade intorno alle 13.30 in via Monterosa. La ragazza appena tornata da scuola — il padre era andato a prenderla — sta per salire in casa. «Sono uscita e c’era sangue dappertutto — racconta la donna affacciata alla finestra — Mai vista una scena così». Olivieri compie la carneficina inseguito dai suoi fantasmi, poi scappa e viene fermato mentre cerca di disfarsi dei vestiti macchiati, farfuglia quelle frasi sconsiderate che non aiutano a trovare un perché. Il tentativo goffo di rubare l’auto, la resistenza della ragazzina, l’intervento del padre per difenderla.


Si ricostruisce la sua faticosissima giornata. In mattinata si era presentato dai carabinieri di Barriera di Milano con le braccia ferite e un coltello in tasca. Anche a loro aveva farfugliato il motivo della sua agitazione: la mafia, il demonio. «Sono perseguitato, ho paura. Se mi prendono mi fanno fuori. Dovete aiutarmi». E i militari avevano seguito le procedure: disarmato, denunciato per porto d’armi abusivo, affidato al 118 del ‘Giovanni Bosco’ dopo una corsa in ambulanza, con la viva raccomandazione di un consulto psichiatrico. Consulto che però non c’è stato. Il tempo di registrarlo e Olivieri sparisce. Lo vedono correre urlando dal pronto soccorso verso via Monterosa, avventarsi su Giorgia con un coltello preso chissà dove, forse nella casa in cui vive con l’anziana madre. Incrocia la strada di due persone per bene, distrugge la loro vita.

IL CUSTODE del palazzo sta pranzando quando sente gridare: «Pensavo ai soliti ragazzini all’uscita di scuola ma le urla diventavano sempre più forti. Sono sceso in strada e ho visto la ragazza per terra mentre suo padre barcollava e veniva colpito». La scena sconvolge anche il parcheggiatore abusivo: «Gli usciva sangue dal naso e dalla bocca, quello gli ha tagliato la gola». Il sindaco Sergio Chiamparino, che ha investito tutta una carriera a togliere da certi quartieri di Torino la fama di zona off limits, manifesta il cordoglio della città per «l’uccisione efferata di un uomo che cercava di difendere la figlia, a sua volta aggredita». «Volevo rubargli la macchina», è stata la prima giustificazione dell’uomo.

UN RAPTUS, sarebbe potuto capitare a chiunque. «Abbiamo sentito le urla dal pronto soccorso e ci siamo precipitati in strada — raccontano due infermieri —. L’uomo era riverso sul cofano della macchina, non più cosciente, colpito da 5 o 6 coltellate al torace, all’addome e al collo. La ragazza stava distesa a terra con l’addome martoriato da almeno 4 fendenti». I parenti in ospedale sono piegati dallo strazio, a loro disposizione c’è un supporto psicologico. Morire così. «Lo so che lo hanno arrestato, ma dovevano portarcelo qua — insiste un vicino —. Ha distrutto una famiglia di veri signori. Speriamo che almeno la ragazza si salvi». Dopo 3 ore di operazione «tecnicamente riuscita» la prognosi per Giorgia resta riservata.

di Viviana Ponchia



http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/03/10/157042-satana_parla_accoltella_padre_figlia.shtml

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