domenica 31 maggio 2009

Gb: su Facebook madre ritrova figlio


2009-05-29 17:11
Gb: su Facebook madre ritrova figlio
Il padre l'aveva rapito e portato in Ungheria 27 anni fa
(ANSA) - LONDRA, 29 MAG - Molti con Facebook rintracciano gli amici del liceo, ma un giovane rapito e portato in Ungheria vi ha ritrovato la madre inglese. La donna si chiama Avril Grube e il figlio fu rapito dal suo ex marito, il padre, quando aveva tre anni e fu portato in Ungheria. Dopo 27 anni, madre e figlio si sono ritrovati quando la sorella di Avril, Beryl, ha cercato il nome del ragazzo, Gavin Paros, su Google, e da li' e' stata diretta su Facebook dove ha trovato il suo profilo.



http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/internet/news/2009-05-29_129328363.html

"Via figlia a madre troppo stupida"


"Via figlia a madre troppo stupida"
Gb:bimba in adozione,lei ricorre all'Ue
La decisione di un giudice britannico potrebbe diventare un caso europeo. I servizi sociali di Nottingham, in Inghilterra, hanno chiesto e ottenuto di togliere la potesta a una 24enne sulla figlia di tre anni perché ritenuta "troppo stupida". Ora la donna, che vuole bloccare l'adozione della figlia, ha fatto ricorso alla Corte Europea.

La protagonista di questa vicenda, identificata col solo nome di Rachel, è stata giudicata "troppo stupida" per crescere sua figlia. La donna, secondo il quotidiano Sunday Times, ha quindi deciso di ricorrere alla Corte europea per i diritti umani, per impedire alle autorità municipali di portarle via la bambina.

Le pratiche di adozione stanno andando avanti sebbene uno psichiatra abbia affermato che Rachel non ha alcuna difficoltà di apprendimento, "ha un buon livello di istruzione e le sue capacità intellettuali risultano nella media". Le autorità municipali hanno messo in dubbio le capacità della donna subito dopo la nascita della bambina, venuta al mondo prematura, temendo che Rachel non fosse in grado di garantirle l'assistenza medica di cui aveva bisogno. La bambina è stata così data in affidamento. Tuttavia, le sue condizioni di salute sono migliorate al punto da non avere più bisogno di cure mediche quotidiane.

"Sono stata completamente tradita dal sistema - ha detto Rachel - tutto quello che voglio è poter aver cura di mia figlia, ma il municipio e la corte sono decisi a non consentirlo. La corte ha ordinato che non devo più avere contatti con mia figlia ogni due settimane, ma entro i prossimi tre mesi sarà tutto finito e io non potrò più rivederla".



http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo451186.shtml

sabato 30 maggio 2009

ASCENSIONE E PENTECOSTE



STUDIO BIBLICO

ASCENSIONE E PENTECOSTE



ATTI DEGLI APOSTOLI: 1, 1-2, 47




1 Gesù promette lo Spirito Santo


1Caro Teòfilo,
nel mio primo libro ho raccontato tutto quello che Gesù ha fatto e insegnato cominciando dagli inizi della sua attività, 2fino a quando fu portato in cielo. Prima di salire in cielo egli, per mezzo dello Spirito Santo aveva dato istruzioni a coloro che aveva scelto come apostoli. 3Dopo la sua morte Gesù si presentò loro, e in diverse maniere si mostrò vivo. Per quaranta giorni apparve ad essi più volte, parlando del regno di Dio. 4Un giorno, mentre erano a tavola, fece questa raccomandazione: "Non allontanatevi da Gerusalemme, ma aspettate il dono che il Padre ha promesso e del quale io vi ho parlato. 5Giovanni infatti ha battezzato con acqua; voi, invece, fra pochi giorni sarete battezzati con lo Spirito Santo".

Gesù sale al cielo
6Allora quelli che si trovavano con Gesù gli domandarono:
- Signore, è questo il momento nel quale tu devi ristabilire il regno per Israele?
7Gesù rispose:
- Non spetta a voi sapere quando esattamente ciò accadrà: solo il Padre può deciderlo. 8Ma riceverete la forza dello Spirito Santo, che sta per scendere su di voi. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo.
9Detto questo Gesù incominciò a salire in alto, mentre gli apostoli stavano a guardare. Poi venne una nube, ed essi non lo videro più. 10Mentre avevano ancora gli occhi fissi verso il cielo, dove Gesù era salito, due uomini, vestiti di bianco, si avvicinarono loro 11e dissero: "Uomini di Galilea, perché ve ne state lì a guardare il cielo? Questo Gesù che vi ha lasciato per salire in cielo, ritornerà come lo avete visto partire".

Mattia prende il posto di Giuda
12Allora gli apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a Gerusalemme. Questo monte è vicino alla città: a qualche minuto di strada a piedi. 13Quando furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e Giuda figlio di Giacomo. 14Erano tutti concordi, e si riunivano regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui.
15In quei giorni, le persone radunate erano circa centoventi. Pietro si alzò in mezzo a tutti e disse: 16"Fratelli, era necessario che si realizzasse quello che lo Spirito Santo aveva detto nella Bibbia. Per mezzo di Davide egli aveva parlato di Giuda, che divenne la guida di coloro che arrestarono Gesù. 17Giuda era uno di noi, e come noi era stato scelto per questa missione.
18"Con i soldi ricavati dal suo delitto, Giuda comprò un campo e là morì precipitando a capofitto: il suo corpo si è squarciato e le sue viscere si sono sparse. 19Il fatto è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme a tal punto che quel campo, nella loro lingua, essi lo chiamano Akeldamà, cioè campo del sangue.
20"Ricordate ciò che sta scritto nel libro dei Salmi:
La sua casa diventi un deserto
e nessuno più vi abiti.
Sta scritto pure:
il suo incarico lo prenda un altro.
21- 22"È necessario dunque che un altro si unisca a noi per farsi testimone della risurrezione del Signore Gesù. Deve essere uno di quelli che ci hanno accompagnato mentre il Signore Gesù è vissuto con noi, da quando Giovanni predicava e battezzava fino a quando Gesù è stato portato in cielo, mentre era con noi".
23Vennero allora presentati due uomini: un certo Giuseppe, detto Barsabba o anche Giusto, e un certo Mattia. 24Poi pregarono così: "O Signore, tu che conosci il cuore di tutti, facci sapere quale di questi due tu hai scelto. 25Giuda ci ha lasciati ed è andato al suo destino. Chi di questi due dovrà prendere il suo posto e continuare la missione di apostolo?".
26Tirarono a sorte, e la scelta cadde su Mattia, che fu aggiunto al gruppo degli undici apostoli.


2 Lo Spirito Santo scende sugli apostoli

1Quando venne il giorno della Pentecoste, i credenti erano riuniti tutti insieme nello stesso luogo. 2All'improvviso si sentì un rumore dal cielo, come quando tira un forte vento, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3Allora videro qualcosa di simile a lingue di fuoco che si separavano e si posavano sopra ciascuno di loro. 4Tutti furono riempiti di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo concedeva loro di esprimersi.
5A Gerusalemme c'erano Ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte le parti del mondo. 6Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran folla e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua. 7Erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: "Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? 8Come mai allora ciascuno di noi li sente parlare nella sua lingua nativa? 9Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall'Asia, 10dalla Frigia e dalla Panfilia, dall'Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall'Arabia. C'è gente che viene perfino da Roma: 11alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto".
12Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: "Che significato avrà tutto questo?". 13Altri invece ridevano e dicevano: "Sono completamente ubriachi".

Pietro annunzia la risurrezione di Gesù
14Allora Pietro si alzò insieme con gli altri undici apostoli. A voce alta parlò così: "Uomini di Giudea e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme: ascoltate attentamente le mie parole e saprete che cosa sta accadendo. 15Questi uomini non sono affatto ubriachi, come voi pensate, - tra l'altro è presto: sono solo le nove del mattino. - 16Si realizza invece quello che Dio aveva annunziato per mezzo del profeta Gioele.
17 Ecco - dice Dio - ciò che accadrà negli ultimi giorni:
manderò il mio Spirito su tutti gli uomini:
i vostri figli e le vostre figlie saranno profeti,
i vostri giovani avranno visioni,
i vostri anziani avranno sogni.
18Su tutti quelli che mi servono, uomini e donne,
in quei giorni io manderò il mio Spirito
ed essi parleranno come profeti.
19Farò cose straordinarie lassù in cielo
e prodigi quaggiù sulla terra:
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20Il sole si oscurerà
e la luna diventerà rossa come il sangue.
prima che venga il giorno grande e
glorioso del Signore.
21Allora, chiunque invocherà il nome del
Signore sarà salvo.
22"Uomini d'Israele, ascoltate ciò che sto per dire. Gesù di Nàzaret era un uomo accreditato da Dio per voi con miracoli, con prodigi e con segni. È stato Dio stesso a compierli per mezzo di lui fra voi. E voi lo sapete bene! 23Quest'uomo, secondo le decisioni e il piano prestabilito da Dio, è stato messo nelle vostre mani e voi, con la complicità di uomini malvagi, lo avete ucciso inchiodandolo a una croce. 24Ma Dio l'ha fatto risorgere, liberandolo dal potere della morte. Era impossibile infatti che Gesù rimanesse schiavo della morte. 25Un salmo di Davide infatti dice di lui:
Vedevo continuamente il Signore davanti a me:
egli mi sostiene perché io non abbia a cadere.
26Per questo io sono pieno di gioia e canto la mia felicità.
Pur essendo mortale, vivrò nella speranza,
27perché tu non mi abbandonerai nel mondo dei morti
e non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.
28Tu mi hai mostrato i sentieri che portano alla vita
e con la tua presenza mi riempirai di gioia.
29"Fratelli, devo parlarvi molto chiaramente riguardo al nostro patriarca Davide. Egli è morto e fu sepolto, e la sua tomba si trova ancor oggi in mezzo a noi. 30Egli però era profeta, e sapeva bene quel che Dio gli aveva promesso con giuramento: "metterò sul tuo trono uno del tuo sangue".
31"Davide dunque vide in anticipo ciò che doveva accadere, e queste sue parole si riferiscono alla risurrezione del Messia:
Egli non è stato abbandonato nel mondo dei morti
e il suo corpo non è andato in corruzione.
32"Questo Gesù, Dio lo ha fatto risorgere, e noi tutti ne siamo testimoni. 33Egli è stato innalzato accanto a Dio e ha ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che era stato promesso. Ora egli lo dona a noi come anche voi potete vedere e udire. 34Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli dice:
Il Signore ha detto al mio Signore:
siedi accanto a me
35finché io porrò i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi.
36"Tutto il popolo d'Israele deve dunque saperlo con certezza: questo Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Messia".
37All'udire queste parole, i presenti si sentirono come trafiggere il cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli:
- Fratelli, che cosa dobbiamo fare?
38Pietro rispose:
- Cambiate vita e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito Santo. 39Infatti, ciò che Dio ha promesso vale per voi, per i vostri figli e per quelli che sono lontani: tutti quelli che il Signore, Dio nostro, chiamerà.
40Inoltre, Pietro disse molte altre cose per convincerli e per esortarli. Tra l'altro diceva: "Mettetevi in salvo dal castigo che sta per venire sopra questa generazione perversa!".
41Alcuni ascoltarono le parole di Pietro e furono battezzati. Così, in quel giorno, circa tremila persone furono aggiunte al gruppo dei credenti.

La vita della comunità
42Essi ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme.
43Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli apostoli: per questo ognuno era preso da timore. 44Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. 45Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i soldi fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. 46Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il Tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. 47Lodavano Dio ed erano ben visti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che egli salvava.


http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Atti_degli_Apostoli&Capitolo=1

http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Atti_degli_Apostoli&Capitolo=2


http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it

giovedì 28 maggio 2009

APOSTASIA NELLA CHIESA SCOZZESE

RELIGIONE, RIFORMATI SCOZZESI. Nella Chiesa di Scozia e' gia' iniziata la rivoluzione sessuale
EUROPA, 14:13:00


2009-05-21 Redazione

Nella chiesa di Scozia cresce il numero di persone single mentre diminuisce quello dei matrimoni. Aumenta pure il tasso dei divorzi e delle separazioni. Intanto sta cambiando l'atteggiamento verso il sesso. L'85% dei giovani compresi tra i 16 ed 19 anni considera i rapporti sessuali prima del matrimonio "raramente/affatto sbagliati". E così la chiesa di Scozia reagisce invitando i suoi membri a rivedere il proprio insegnamento su "sesso al di fuori del matrimonio". L'Assemblea Generale che si riunisce oggi ascolterà la relazione di un gruppo di pastori sui ministri gay (se ne parlerà sabato sera) e sulla questione de "i single ed il sesso".

Un gruppo di "evangelici" (leggi "conservatori") sta facendo di tutto per bloccare la nomina del pastore Scott Rennie, gay dichiarato che convive con il suo partner, alla guida della chiesa di Aberdeen. C'è anche un tentativo di costringere la Kirk (il nome scozzese per Chiesa di Scozia) a non accettare come ministro chiunque abbia una relazione eterosessuale fuori dal matrimonio.

Di questo si parlerà comunque la settimana prossima, dedicata interamente alla questione "single" (non sposati).

Nella relazione che sarà presentata all'assemblea, si ricorda che per la chiesa "sesso è più del sesso - è l'unione di due persone". Separarlo dal matrimonio è fondamentalmente sbagliato. Fin qui la parte descrittiva della questione e le precisazioni di rito. Adesso comincia la parte "revisionista". "Un'etica cristiana revisionista del sesso porrebbe l'enfasi sull'aspetto consensuale del rapporto, con adeguato uso di contraccettivi, prenderebbe in considerazione l'aspetto dell'intimità piuttosto che la semplice emozione fisica, l'aspetto del donarsi, scevra comunque dall'infedeltà da un pre-esistente rapporto di fiducia e di responsabilità".

Secondo il rapporto che sarà presentato nei prossimi giorni all'Assemblea della Chiesa di Scozia, alcune chiese hanno accettato l'idea dell'attività sessuale in rapporti a lungo termine.

http://www.icn-news.com//?do=news&id=6639

Scozia, nominato un reverendo gay


Scozia, nominato un reverendo gay
Il religioso convive con un uomo
La Chiesa protestante scozzese ha confermato la nomina, che non mancherà di sollevare polemiche, di un reverendo gay ad Aberdeen. La decisione è arrivata al termine di una riunione durata diverse ore dopo le proteste dei parrocchiani. Con 326 voti a favore e 267 contrari, Scott Rennie, 37 anni, divorziato, padre di un bambino e per sua stessa ammissione convivente con un uomo, è stato designato a capo della parrocchia di Queen's Cross.



http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo450536.shtml
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NEWS
RELIGIONE, CHIESA DI SCOZIA. Il rev. Scott Rennie, gay, è pastore della Queen's Church di Aberdeen
EUROPA, 10:22:00


2009-05-24 Redazione

Il caso è chiuso: venerdì sera, l'Assemblea Generale della Chiesa di Scozia (Kirk) ha nominato pastore di una chiesa riformata di Aberdeen il Rev. Scott Rennie, già sposato ed ora dichiaratamente gay e convivente con il suo compagno. I suoi sostenitori tirano un sospiro di sollievo: "Si può porre la parola fine su una campagna di odio e fanatismo".

Rennie, già pastore a Brechin Cathedral, è stato accolto con grande entusiasmo dalla stragrande maggioranza della sua parrocchia, la Queen's Cross Church. La sua nomina era stata osteggiata da una minoranza di riformati conservatori attivisti anti-gay.

Articolo correlato: RELIGIONE, RIFORMATI SCOZZESI. Nella Chiesa di Scozia e' gia' iniziata la rivoluzione sessuale



http://www.icn-news.com/?do=news&id=6668

RUSSIA: COME MOWGLI MA IN CASA, BIMBA ALLEVATA DA CANI E GATTI

RUSSIA: COME MOWGLI MA IN CASA, BIMBA ALLEVATA DA CANI E GATTI

AGI) - Mosca,27 mag. - Non parla, ma abbaia; non mangia con le posate, ma lecca il cibo dal piatto, e poi saltella qua e la' come i cani e i gatti con i quali ha vissuto tutta la sua vita.
E' Natasha, una bimba dall'eta' apparente di 2 anni (ma secondo gli esperti ne ha almeno almeno 5) trovata in un malfamato tugurio, senza riscaldamento, ne' acqua o acque di scarico, nella citta' di Chita, in Siberia. "Per cinque anni, la piccola e' stata cresciuta da alcuni cani e gatti e non e' mai stata all'esterno", ha fatto sapere la polizia. Praticamente nulli i contatti con gli esseri umani, nonostante la piccola Mowgli (dal nome del protagonista de "Il libro della giungla" di R.Kipling) vivesse in un appartamento di tre stanze, insieme al padre, la nonna, il nonno ed altri parenti. "Sudicia e con abiti sporchi, la piccola ha il comportamento di un animale e salta addosso alle persone. Quando qualcuno esce dalla stanza, abbaia". Adesso la piccola e' stata affidata a un orfanotrofio dove viene monitorata da psicologi. Nel mondo sono sempre piu' frequenti i casi di bimbi Mowgli, bimbi cioe' cresciuti a stretto contatto con gli animali da cui mutuano comportamenti e abitudini. L'anno scorso, e' stato trovato un piccolo a Kirovskiy (Volvograd), che una madre squilibrata aveva fatto crescere insieme a volatili, da cui aveva imparato soltanto a cinguettare. E nel 2006 ne era stato trovato un altro che viveva per strada ed era diventato il capo di un branco di cani randagi.
http://www.agi.it/estero/notizie/200905272038-est-rt11342-russia_come_mowgli_ma_in_casa_bimba_allevata_da_cani_e_gatti

L'egoismo che uccide

Evangelici.net editoriali

L'egoismo che uccide
Inserito il 14/5/2009

Nei giorni scorsi i giornali hanno raccontato la notizia del panettiere di Sanremo rimasto oltre quattordici ore in coma sulle scale prima che qualche vicino di casa si degnasse di soccorrerlo.

Era lì, rannicchiato sul pianerottolo, dopo che una caduta gli aveva provocato un trauma cranico; tutti i coinquilini però – e ne sarà passato qualcuno, nel corso della giornata – hanno creduto, o hanno voluto credere, che fosse ubriaco.

Sul Corriere Isabella Bossi Fedrigotti commentava lamentando l’indifferenza, “la nuova malattia” che non è “solo un malessere minore” o “un secondario tic”; riflette sul fatto che probabilmente «almeno una ventina di persone, se non di più, quante, cioè, abitano sopra il primo piano, rientrando la sera o uscendo la mattina, abbiano dovuto letteralmente scavalcare il corpo», e conclude che, italiani o extracomunitari che fossero, «le regole del vivere civile si stanno appannando un po’ per tutti».

Ha ragione, ma forse sarebbe necessario aggiungere un elemento su cui non ci si è soffermati.

Probabilmente capita a tutti, quotidianamente e in qualsiasi città, di imbattersi in persone sedute per la strada, distese ai giardini, assopite nelle stazioni, accucciate sotto i portici. Talvolta, nel fissarli, sorge davvero qualche dubbio sulla loro sorte: sono solo appisolati, oppure hanno avuto un malore? Stanno smaltendo i postumi dell’ebbrezza alcolica, oppure hanno perso i sensi per qualche ragione più seria?

Nel dubbio, spesso ci limitiamo ad andare avanti; talvolta allertiamo qualche agente di polizia o telefoniamo al 118.

Non ci permettiamo azioni più marcate per non sembrare fuori luogo: il comune sentire – quel senso di cui giorno dopo giorno stiamo perdendo la funzionalità – ci insegna che è abbastanza normale, per giovani e meno giovani, bivaccare sul sagrato di una chiesa, o stendersi su una panchina a riposare.

E nessuno si permetta di invocare la buona creanza, un’anticaglia che suscita sorrisi di compassione al solo nominarla: d’altronde, ci si sentirà rispondere, cosa ci sarà mai di male nel distendersi su una panchina, sedersi per terra, intralciare con l’auto in seconda fila il percorso degli altri? Sono gesti entrati nella quotidianità egoista di tutti noi: chi, di fronte a uno di questi gesti, provasse a chiedere “ha bisogno d’aiuto?” verrebbe preso a male parole.

Sarà solo una questione di regole e di formalità superflue, ma qualche anno fa era più semplice capire se qualcuno si trovasse in difficoltà.

Oggi che l’abito non fa il monaco, non si distingue il vero dal finto povero. Oggi che la chirurgia estetica fa miracoli, non si distingue il vero dal finto giovane. Oggi che la sciatteria dei comportamenti regna sovrana in ogni piccolo gesto, non si distingue il vero dal finto malato.

Ci si ride su, almeno fino a quando le conseguenze non si fanno letali. E a quel punto, amaramente, dobbiamo constatare come la coperta che ci siamo cuciti a misura del nostro egoismo sia troppo corta perfino per un’esistenza individualista come la nostra.

biblicamente - uno sguardo cristiano sull’attualità


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Pubblicato da evangelici.net



http://www.evangelici.net/editoriali/1242323356.html

MO: LEVY, ISRAELE SI ALLEI CON CATTOLICI E ISLAM MODERATO

MO: LEVY, ISRAELE SI ALLEI CON CATTOLICI E ISLAM MODERATO
Milano, 22 maggio Per uscire dalla sua condizione di ''crescente solitudine'' e far fronte a un nuovo antisemitismo, Israele dovrebbe stringere delle ''alleanze'': in primis rinnovando il suo legame con il mondo cattolico europeo e poi con i segmenti piu' illuminati dell'Islam e della societa' palestinese. E' l'opinione del filosofo francese Bernard-Henry Levy, intervenuto ieri sera a Milano ad un incontro per il centenario della fondazione di Tel Aviv in cui gli e' stato consegnato il premio 'Uomo dell'anno 2009' del Museo d'Arte della citta' israeliana. ''Non sono mai stato cosi' preoccupato per Israele e per il popolo ebraico come oggi - ha detto Levy - perche' in questo momento Israele affronta minacce senza precedenti nella sua storia, nemici come Hamas, Hezbollah e Iran mossi da un odio irragionevole, e quest'ultimo con la concreta eventualita' dell'arma nucleare''. ''Mai la malafede e la disinformazione verso Israele - ha proseguito - hanno assunto proporzioni tali come in questo momento: una macchina di delegittimazione e di satanizzazione che sta sfociando in un nuovo antisemitismo''.
http://www.shalom.it/index.php?option=com_magazine&Itemid=75

sabato 23 maggio 2009

PROGETTAVANO ATTENTATO A SINAGOGA NEW YORK

PROGETTAVANO ATTENTATO A SINAGOGA NEW YORK

(AGI/REUTERS) - New York, 20 mag. - Quattro uomini sono stati arrestati dall'Fbi, con l'accusa di voler far saltare in aria la sinagoga e un centro comunitario ebraico a New York e di voler lanciare missili contro aerei militari. Lo hanno reso noto le forze dell'ordine statunitensi. Secondo un comunicato congiunto diffuso dalla procura del Distretto Meridionale di New York, dell'Fbi e del Dipartimento della Polizia locale, i quattro volevano piazzare esplosivo vicino la sinagoga del quartiere newyorkese di Riverdale. Secondo l'accusa, gli arrestati volevano anche lanciare missili Stinger contro gli aerei militari che stazionano nella base della Guardia Nazionale Aerea di New York, nell'aeroporto Stewart, un centinaio di chilometri a nord della 'Grande Mela'. "Gli accusati volevano portare a termine una serie di attentati terroristici: selezionavano gli obiettivi e cercavano le armi necessarie per realizzare i loro piani", ha detto Lev Dassin, procuratore del distretto Meridionale di New York, nella nota congiunta. I quattro, identificati come James Cromitie, David Williams, Onta Williams e Laguerre Payen, sono stati fermati dopo aver comprato un missile inattivo e esplosivi di materiale inerte, nell'ambito di un'operazione congiunta diretta dall'Fbi e da altre agenzie.



http://www.agi.it/estero/notizie/200905210827-est-rt11009-usa_volevano_piazzare_bomba_alla_sinagoga_new_york_4_arresti

martedì 12 maggio 2009

Israele, secondo giorno del Papa





Benedetto XVI nella Sala della Rimembranza del Museo dell'Olocausto Yad Vashem (foto: Ansa)

Israele, secondo giorno del Papa
Benedetto XVI al Muro del Pianto

Martedì 12 maggio 2009 09.59
Per Benedetto XVI inizia una giornata chiave della visita in Israele. Alla spianata delle moschee chiede gesti di conciliazione e spinge verso la comprensione del mondo musulmano. Ieri al Memoriale dell'Olocausto: "Mai più negare la Shoah"

Seconda giornata, oggi, per il papa in Israele, tutta centrata sul rapporto con il mondo islamico e ebraico: visita alla spianata delle moschee e alla cupola della roccia, il più antico monumento islamico in Terrasanta, e al muro del pianto. Nel Muro caro agli ebrei deporrà una preghiera tra le pietre del muro, come fece il suo predecessore Wojtyla nel 2000. Alla cupola della roccia Benedetto XVI incontrerà il gran muftì, mentre al muro del Pianto pregherà in silenzio. Subito dopo papa Ratzinger renderà un visita ai due gran rabbini di Israele. Infine, sempre in mattinata, si recherà al Cenacolo, luogo in cui secondo la tradizione Gesù celebrò l'ultima cena, dove reciterà il Regina Coeli. Quindi visita alla concattedrale latina di Gerusalemme e il pranzo con gli ordinari di Terrasanta. Nel pomeriggio il principale impegno è la messa pubblica nella valle di Giosafat.

http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/123045

lunedì 11 maggio 2009

Onu condanna Colombo per massacro di civili

11/05/2009
Onu condanna Colombo per massacro di civili


Sarebbero 378 i civili uccisi ieri, tra cui oltre cento bambini
Condanna da parte delle Nazioni Unite per il massacro di civili tamil compiuto dall'esercito srilankese nello scorso fine settimana: "un bagno di sangue".

"Le Nazioni Unite, sulla base del costante aumento di vittime civili negli ulitimi mesi, avevano abbondantemente avvertito che sarebbe potuto verificarsi un bagno di sangue" ha dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite Gordon Weiss, "l'eccidio di questo fine settimana - ha proseguito Weiss - con oltre cento bambini morti, dimostra che il bagno di sangue è diventato realtà". Nonostante le condanne, il governo di Colombo continua la sua offensiva contro la zona nel nord dell'isola, dove sono asserragliati i ribelli delle Tigri tamil insieme a decine di migliaia di civili. Secondo fonti sanitarie locali, nel corso dei bombardamenti di ieri sono stati almeno 378 i civili uccisi e un migliaio i feriti. I servizi sanitari della zona sono in piena emergenza e non sono in grado di assistere tutti i bisognosi. Fonti del governo srilankese hanno replicato alle accuse sostenendo che sarebbero gli stessi ribelli a bombardare i civili nelle zone da loro controllate, per guadagnare attenzione internazionale e strappare un cessate il fuoco umanitario, che finora il governo ha sempre rifiutato. Secondo i dati raccolti dalle Nazioni Unite, i civili tamil uccisi negli ulimi tre mesi sarebbero circa 6500.


Categoria: Guerra, Salute
Luogo: Sri Lanka

http://it.peacereporter.net/articolo/15632/Onu+condanna+Colombo+per+massacro+di+civili

sabato 9 maggio 2009

Gianni Baget Bozzo, prete "eretico" della politica



ilGIORNALE.IT
n. 111 del 2009-05-09 pagina 0

Gianni Baget Bozzo, prete "eretico" della politica
di Massimiliano Lussana

E' morto a 84 anni a Genova. Politologo, due volte europarlamentare, editorialista del Giornale ha collaborato con Taviani, Craxi e Berlusconi. Dalla sospensione al ritorno in parrocchia. Il premier: "Il confidente che più ascoltavo". Commenta

Genova - La fotografia di don Gianni è la casa di don Gianni a Genova, via Corsica, quartiere Carignano: scaffali strapieni di libri – libri letti, usati, consumati, non libri da fondale o da complemento d’arredo – in tutte le lingue. Libri italiani, libri latini, libri spagnoli, libri francesi, libri inglesi... E poi i computer di Alessandro, di Gianteo, di Aurora, di Gabriele, dei suoi ragazzi, dei ragazzi di Ragionpolitica. I discorsi in latino di don Gianni e la sua straordinaria capacità di capire il web prima degli altri, tanto da mettere in piedi la prima scuola di formazione politica in rete. La fotografia di don Gianni è il contatto di don Gianni con il potere: la Dc, Taviani, Tambroni, Craxi, Berlusconi. Sempre vicinissimo ai leader, capace di influenzarli con le sue straordinarie intuizioni. Ma anche, sempre, don Gianni: povero, umile, assolutamente spartano nelle sue scelte di vita. Quasi un mistico lontano dal mondo, anche se enormemente immerso nel mondo. La fotografia di don Gianni è la tonaca a cento bottoni che non ha mai smesso da quando il cardinal Siri lo ordinò a 42 anni.

L’essere completamente «don Gianni» a cui non ha mai rinunciato, la sua messa quotidiana, a volte detta anche sull’altare di casa, con i due messali sistemati alla bell’e meglio. Ma anche l’essere completamente «il politologo Baget Bozzo», non rinunciare a intervenire in continuazione sulle cose della politica e del mondo, che lo portò a diventare eurodeputato del Psi nel 1984 per portare avanti il suo progetto di modernizzazione e di normalizzazione della politica e della società italiana e poi a essere il consigliere più ascoltato di Silvio Berlusconi e il responsabile della formazione azzurra. Reati che gli costarono prima una lunga sospensione a divinis dello stesso Siri e poi un richiamo di Tettamanzi, allora cardinale a Genova. La fotografia di don Gianni è la sua capacità di occuparsi dei massimi sistemi, degli assetti planetari prima e dopo l’elezione di Obama, ma anche delle piccole cose del Pdl ligure. Proprio ieri pomeriggio, ad esempio, aveva in agenda il classico appuntamento mensile con il coordinatore Michele Scandroglio, dove parlavano di tutto. Anche scontrandosi, come capitava con gli interlocutori che stimava. O anche l’amicizia con un antico compagno e navigatore della politica, maestro di ogni subemendamento, come il senatore Gigi Grillo, che proprio ieri ricordava affranto di come il conforto di don Gianni fu decisivo per portarlo a fare il grande passo di entrare in Forza Italia lasciando il Ppi e permettere così la nascita del primo governo Berlusconi nel 1994. O, ancora, i grandi amori e i grandi scontri con Claudio Scajola, che del Pdl ligure è un po’ il capo. La fotografia di don Gianni è l’immagine di lui con la cintura che cede e i pantaloni che cadono davanti a Berlusconi che tante ridicole ironie scatenò nella stampa di sinistra e soprattutto nella categoria dei radical-chic in servizio permanente effettivo, pronti a fucilarlo per lesa eleganza.

Ma, contemporaneamente ai pantaloni che cadono, è lui che fa analisi perfette della situazione politica italiana, con articoli che anticipano quello che accadrà mesi, quando non anni, dopo. La sua curiosità attuale, la sua visione profetica, la sua capacità di lettura delle leadership e della loro adesione al popolo, fanno di Gianni forse il maggior intellettuale della storia della politologia italiana. Certo, quello che ha vissuto anche sulla propria pelle le sue intuizioni. Una su tutti: Forza Italia prima e il Popolo della libertà poi. Se Berlusconi ha avuto il genio politico di inventarseli, prima ad Arcore e poi sul predellino, Baget Bozzo ha avuto il genio politologico di teorizzare quello che Berlusconi aveva creato. Senza quasi rendersi conto che era proprio quella roba lì. E Ragionpolitica e il suo gruppo di giovani – forse un po’ snobbati dal Pdl – sono la sua eredità più bella. La fotografia di don Gianni è il suo linguaggio alto, la sua naturalezza nel parlare in latino come fosse la sua prima lingua. Ma, contemporaneamente, la capacità di usare anche immagini forti, un linguaggio sboccato, perfetto per scandalizzare i benpensanti. Un po’ come Sant’Agostino con la sua «ecclesia casta et meretrix», santa e puttana. E così don Gianni, alla vigilia del Gay pride più discusso, quello di Roma, non ebbe paura di confessare i sentimenti omosessuali provati.

Oppure, si dichiarò «bastardo», ricordando di non avere mai visto suo padre. O, ancora, quando disse: «Ammetto di essere vanitoso ed esibizionista, probabilmente sono una puttana nata». E quando qualcuno gli rinfacciava la frase lui, serafico: «Posso anche averlo detto, ma non me lo ricordo». Comunque, sempre, eternamente, politicamente scorretto. Ricordo quando mi incitava ad attaccare le gerarchie ecclesiastiche («bisogna prendere loro il tempo») o i suoi attacchi ai vescovoni anticapitalisti, antiamericani e pacifisti di sinistra. Posizioni che lo ponevano sempre al centro degli sfottò dei paladini del politically correct, da Enzo Biagi che disse «questo prete sembra un’agenzia di stampa» a Piero Chiambretti che lo mise alla mercé del cardinal Tonini di turno. La fotografia di don Gianni è quella di un’anima eternamente inquieta – che dispensa certezze cercandole lui per primo – di un cervello che corre continuamente da un lato all’altro del pensiero, senza che noi si riuscisse a stargli dietro.

Curioso di una curiosità senza freni, senza limiti. Eppure capace di preoccuparsi veramente per ciò che studiava e di cui si occupava. I suoi amici, negli ultimi giorni, lo vedevano un po’ agitato: un po’ per il caso di Veronica, che secondo lui aveva tradito la fiducia di Berlusconi. Molto, per la Lega. Temeva le fibrillazioni recenti del Carroccio e le sue ripercussioni sul governo. Lo diceva a tutti, da settimane. E in qualche modo le ha somatizzate. L’altroieri pomeriggio, a uno degli angeli che lo circondava, ha confidato: «Sento un’ombra nera su di me». Ed era quasi un presagio, un qualcosa di soprannaturale confermato anche da una lontana nipote in Spagna. Che, quando l’hanno chiamata per informarla della morte di Gianni, ha detto: «Sì, lo so, alle cinque». Per la cronaca, è morto davvero alle cinque. Ma i medici l’hanno stabilito solo dopo. La fotografia di don Gianni era quella di essere uno di noi, uno della famiglia del Giornale. Uno che capì – anche stavolta prima di tutti – che noi non siamo solo giornalisti e voi non siete solo lettori. Ma che, insieme, siamo un popolo. Ieri, nella bara, il suo viso era sereno, rilassato, quasi beato. Chissà, forse, per l’ennesima volta, ha visto prima cosa lo aspetta.

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venerdì 8 maggio 2009

Si è spento don Gianni Baget Bozzo


Venerdì 08 maggio 2009 15.23

Si è spento don Gianni Baget Bozzo
''Impegno in politica e nel giornalismo''
Don Gianni Baget Bozzo


E' morto don Gianni Baget Bozzo. Aveva 84 anni. Sarà l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, a presiedere la Messa di esequie. I funerali si svolgeranno lunedì, alle 11.30, nella parrocchia del Sacro Cuore di San Giacomo di Carignano

Gianni Baget Bozzo è morto nel sonno nella sua abitazione privata di Genova. In casa c'era una persona che lo assisteva ed ha scoperto la sua morte. I funerali si svolgeranno, lunedì alle 11.30, nella parrocchia Sacro Cuore di San Giacomo di Carignano, a Genova. Il presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri, nell'esprimere il proprio dolore per la sua scomparsa ne ha ricordato il contributo "essenziale" al dibattito politico italiano. "Decisivo - ha detto Gasparri - anche il suo costante apporto alla costruzione di una moderna formazione di centrodestra, che unisse vari percorsi e offrisse agli italiani una sintesi tra tradizione e modernità. Ricordo personalmente con particolare commozione Don Gianni, che non ci ha mai fatto mancare il suo consiglio, il suo stimolo e il suo apporto. I senatori del PdL - ha assicurato Gasparri - assumeranno iniziative perché il suo prezioso contributo di idee continui ad alimentare l'opera del Popolo della Libertà".

L'ANNUNCIO La camera ardente di don Gianni Baget Bozzo sarà allestita nella sua abitazione privata in via Corsica, nel quartiere di Carignano a Genova, secondo la volontà espressa dal religioso e dovrebbe essere aperta dal tardo pomeriggio di oggi. E' quanto spiega l'assistente di Baget Bozzo, Alessandro Gianmoena, che stamani ha subito avvertito della morte anche la segreteria del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. "E' mancato nel sonno, stamani intorno alle sei - spiega Gianmoena - probabilmente a causa di un infarto, ma stiamo ancora aspettando il referto medico. Dalle analisi fatte di recente risultava che fosse sano, anche se negli ultimi tempi aveva avuto qualche piccolo acciacco".



http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/122393

Un migliaio gli afghani «cristiani in segreto»

Un migliaio gli afghani «cristiani in segreto»

venerdì 08 maggio 2009, 07:00


il Giornale.it
n. 110 del 2009-05-08 pagina 15

Un migliaio gli afghani «cristiani in segreto»
di Fausto Biloslavo

e Bahram Rahman

Un migliaio o forse anche più sarebbero gli afghani convertiti al cristianesimo, che vivono la loro fede in segreto. Se scoperti rischiano la galera o la pena di morte in nome della sharia, la dura legge del Corano. Chi li conosce rivela al Giornale di averli incontrati soprattutto nel centro del Paese. In particolare nella provincia di Bamyan, abitata in gran parte da sciiti. «Molti si convertono sperando di uscire dal girone della povertà» spiega una fonte afghana a Kabul.
Anche nella capitale esistono “cellule” di cristiani, composte in particolare da giovani. Alcuni lavorano per organizzazioni umanitarie straniere. Per motivi di sicurezza si ritrovano in piccoli gruppi di sei persone e pregano Gesù Cristo di nascosto. Uno dei giovani afghani convertiti ha spiegato al Giornale: «Viviamo una doppia vita. Non possiamo mostrare pubblicamente la nostra fede. Se lo facessi verrei ucciso e sarebbe per prima la mia famiglia a pretenderlo». Anche traduttori e collaboratori dei militari stranieri, a cominciare dagli americani della grande base di Bagram, sono tra i convertiti. Non esiste alcun “piano dei crociati”, come tuonano i talebani. Singoli cappellani militari o soldati portano con loro qualche volantino, un Vangelo o una Bibbia in più. Talvolta convincono i giovani afghani che usano il computer a iscriversi a delle newsletter cristiane.
Agli inizi di maggio la televisione satellitare Al Jazeera ha filmato la distribuzione di testi sacri cristiani, tradotti in pashtu e farsi (le due lingue afghane), 100 chilometri a nord di Kabul. Un cappellano americano ha detto ai soldati: «I ragazzi delle forze speciali danno la caccia a uomini. Noi facciamo lo stesso come cristiani». Da Bagram hanno smentito che ci sia un piano per il proselitismo. Secondo una fonte del Giornale la scorsa settimana sono state distribuite delle copie tradotte della Bibbia in due scuole di Kabul. La faccenda è finita in Parlamento e al Consiglio religioso afghano. I preti islamici già lo scorso anno avevano accusato «alcune organizzazioni umanitarie» di proselitismo. La più nota è Shelter Now, che durante il periodo talebano finì nei guai. Otto dei loro volontari occidentali furono arrestati per proselitismo. Lo scorso ottobre è stata uccisa a Kabul l’inglese Gayle Williams, che lavorava per Serve Afghanistan, Ong dichiaratamente cristiana, che però ha sempre smentito di fare proselitismo.
I talebani, nel comunicato che minaccia il Santo Padre, citano il caso del convertito afghano Abdel Rahman. Condannato a morte e poi espulso grazie all’intervento del nostro Paese, che ancora oggi lo ospita. A Kabul esiste una chiesa nel perimetro dell’ambasciata italiana dove si dice regolarmente messa. All’esterno, invece, opera un gruppetto di suore di Madre Teresa, che da sempre aiuta i bambini evitando il proselitismo. Più che i cattolici sono i protestanti, gli evangelici e altre comunità minori a tentare di convertire gli afghani. Non solo con “missionari” sul terreno, ma attraverso i canali tv religiosi sul satellite Hotbird in lingua farsi.


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I talebani al Papa: massacri se non finisce il proselitismo

I talebani al Papa: massacri se non finisce il proselitismo

Dopo le stragi di civili, proteste a Farah nella regione di Herat L'Italia pronta a lasciare alle forze Usa le basi avanzate della provincia

Obama stringe il patto anti talebani con Afghanistan e Pakistan e gli studenti del Corano scrivono al Papa. Un lungo messagio affidato al web. e Basta proselitismo cristiano in Afghanistan o ci saranno gravi conseguenze. La minaccia arriva dai talebani che hanno chiesto a papa Benedetto XVI di «fermare i crociati» in Afghanistan, all'indomani dell'uccisione di oltre cento civili nella provincia occidentale di Farah nel corso dei raid aerei americani e alla vigilia della visita del pontefice in Giordania e in Israele. Il comunicato si apre con un versetto del Corano non propriamente ostile (al-Baqara 109), che recita: «Tra la gente del Libro (ebrei, cristiani e islamici ndr), ci sono molti che, per invidia, vorrebbero farvi tornare miscredenti dopo che avete creduto e dopo che anche a loro la verità è apparsa chiaramente!». Poi il messaggio prosegue in forma istituzionale.
«L'Emirato islamico in Afghanistan (i talebani, ndr) chiede al papa cristiano Benedetto XVI di impegnarsi per impedire che le sciocche e irresponsabili azioni dei crociati turbino la sensibilità dei ribelli musulmani, oppure dovrà aspettarsi una severa reazione». Il riferimento è alle immagini trasmesse giorni fa dalla rete tv Al Jazira, in cui si vedevano soldati Usa con bibbie tradotte in lingua locale. Il proselitismo religioso nei confronti di musulmani è un crimine in Afghanistan e in altri Paesi islamici. L'esercito statunitense ha comunque ribadito che i soldati non possono fare opera di proselitismo, e che i testi sacri sono stati confiscati e distrutti. Il senso del messaggio dei talebani è chiaro nella sua conclusione: «Lanciamo un appello alla personalità più importante del mondo cristiano, Papa Benedetto XVI affinché proibisca queste attività stupide e irresponsabili di proselitismo dei crociati, non attenda oltre perché la nostra risposta e la nostra punizione sarà durissima così come la reazione dei musulmani afghani, che sono stati offesi da questa vicenda».
Una minaccia a tutti gli stranieri presenti in Afghanistan. E dopo il massacro di un intero villaggio nella provincia di Farah non si è fatta attendere la reazione della popolazione. È degenerata in scontri con la polizia una manifestazione inscenata da centinaia di persone ieri nel capoluogo Farah, la cui provincia è posta sotto il controllo dei soldati italiani dell'Isaf della Nato per protestare contro la strage di civili causata dai raid statunitensi della coalizione Enduring Freedom, la coalizione a guida Usa, lunedì e martedì scorsi. «Alcuni mullah che hanno studiato nelle madrasse (scuole coraniche) iraniane hanno incitato alla violenza. I manifestanti hanno allora lanciato pietre su edifici governativi», ha riferito il vicegovernatore di Farah, Mohammad Yunus Rasuli, precisando che, per disperdere la folla, la polizia ha sparato in aria. Secondo fonti mediche, quattro persone sono rimaste ferite negli scontri. Ieri il ministro della Difesa italiano Ignazio La Russa ha riferito alla Camera sulla sparatoria a Herat che ha provocato la morte di una bambina.
I militari italiani in Afghanistan «si attengono scrupolosamente alle regole d'ingaggio», che sono «molto precise, ma ciò nonostante rimangono margini di possibile errore, come potrebbe essere accaduto in questo caso». Intervenendo alla Camera dopo l'informativa urgente del governo, la capogruppo del Pd in commissione Difesa, Rosa Villecco Calipari, ha detto: «Aspetteremo l'esito delle inchieste della magistratura, ma non possiamo nasconderci dietro ad un dito: in Afghanistan sono cambiate molte cose e la missione di pace dell'Italia ha bisogno di una nuova strategia politico diplomatica, che il Pd chiede da tempo». La situazione è così complessa nella zona di Farah che l'Italia sta pensando di spostare le proprie basi avanzate, come ha confermato il capo di Stato maggiore dell'Esercito generale Castagentti, verso nord lasciando ai militari Usa il controllo di Bala Boluk, Bakwa e Gulistan. Anche ieri non sono mancati scontri e attentati. Un kamikaze in sella ad una moto si è fatto esplodere al passaggio di un convoglio militare afghano provocando 12 morti e 32 feriti. Mau. Pic.
Maurizio Piccirilli
08/05/2009

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mercoledì 6 maggio 2009

L'ONU ACCUSA ISRAELE

ilGiornale.it
n. 108 del 2009-05-06 pagina 0

L'Onu accusa Israele:
"A Gaza sparò sui civili"
di Redazione

Sei gravi attacchi contro edifici delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza. E' questa l'accusa rivolta dall'Onu nei confronti di Tel Aviv. Lo afferma un rapporto sull’offensiva israeliana

New York - L'Onu punta il dita contro Tel Aviv. Israele è responsabile di sei gravi attacchi contro edifici delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza. Lo afferma un rapporto dell’Onu sull’offensiva israeliana nel territorio palestinese. La commissione di inchiesta del Palazzo di vetro ha indagato su nove episodi in cui infrastrutture Onu sono state prese di mira dalle partii n conflitto. "In sei di questi" si legge nel rapporto, "l’azione militare israeliana sia dal cielo che da terra ha causato morti, feriti e distruzione". Un settimo incidente, meno grave, è stato imputato all’esercito israeliano e l’ottavo ad Hamas. Il nono resta senza responsabili accertati.

Ban: "Riparazione dei danni" Il rapporto accusa Israele di non aver protetto gli edifici dell’Onu e i civili che stavano all’interno. "Intendo chiedere la riparazione dei danni", ha affermato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, che ha anche contestato il criticismo di Israele che aveva giudicato il rapporto prevenuto e ingannevole. Ban ha messo l’accento sulla "natura indipendente" dell’inchiesta aggiungendo di non avere "autorità di alterare il contenuto del rapporto".

Attacco in cui morirono 1400 palestinesi Il documento è stato compilato da una commissione di inchiesta indipendente. Il quartier generale dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è stato uno degli edifici seriamente danneggiati durante l’offensiva israeliana in cui morirono oltre 1.400 palestinesi. "Il comitato ha concluso che in nessuno degli incidenti l’attività militare fu portata avanti osservando le premesse delle Nazioni Unite", si legge nel rapporto.

Negligenza e sconsideratezza "Le azioni dell’esercito israeliano comportarono diversi livelli di negligenza e sconsideratezza nei confronti delle premesse dell’Onu e della salvezza dello staff delle Nazioni Unite e dei civili, con la conseguenza di morti, feriti e danni fisici estesi e perdita della proprietà". Nel rapporto si chiede espressamente ai leader dell’Onu di esortare Israele a ritrattare formalmente le accuse secondo cui i palestinesi spararono anche da due edifici dell’Onu.



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Afghanistan: Croce Rossa Internazionale conferma strage di civili in raid Usa

06/05/2009
Afghanistan: Croce Rossa Internazionale conferma strage di civili in raid Usa




I civili della provincia di Farah parlano di almeno 30 vittime, in gran parte donne e bambini
La Croce Rossa Internazionale conferma le accuse dei talebani, secondo cui i raid aerei statunitensi degli ultimi due giorni avrebbero causato decine di vittime civili, in maggioranza donne e bambini.

C'è chi parla di cento morti. La conferma giunge dopo che una squadra della Croce Rossa Internazionale è riuscita a raggiungere la zona di Bala Baluk, nella provincia occidentale di Farah, teatro nei giorni scorsi di combattimenti tra forze afghane e Usa contro gruppi di talebani. Secondo i primi rapporti, il bilancio della battaglia era stato di 25 talebani e tre agenti uccisi. Secondo fonti locali, al termine dell'offensiva una folla di civili del villaggio di Gerani ha raggiunto la capitale provinciale con un convoglio di mezzi, per mostrare alle autorità i corpi delle vittime dei bombardamenti Usa. A quanto pare, gli abitanti del villaggio avevano invitato donne e bambini a rifugiarsi per sicurezza in alcuni edifici, al di fuori della zona coinvolta dalla battaglia, che poco dopo erano stati bombardati. Fonti del consiglio provinciale di Farah riferiscono di avere visto almeno 30 corpi, pesantemente mutilati, tra cui anche quelli di donne e bambini.
Altre fonti civili hanno riferito invece che i cadaveri sarebbero tra 70 e 100. Oggi un portavoce della Croce Rossa Internazionale, Jessica Barry, ha dichiarato che il team di osservatori ha documentato la distruzione dei rifugi in questione, e ha potuto vedere "dozzine di cadaveri, tra cui donne e bambini".

Nella zona c’è la base italiana ‘Tobruk’. “Una squadra di investigatori americani e afgani si sta recando a Farah, sul luogo del bombardamento aereo statunitense, per verificare la notizia di decine di vittime civili”, spiega a PeaceReporter da Kabul il capitano Elisabeth Mathias, portavoce delle forze Usa in Afghanistan. “Il fatto che questa denuncia sia stata confermata dalla Croce Rossa Internazionale è rilevante, perché di solito le cifre fornite dalla popolazione locale o dagli stessi talebani non sono attendibili. Nella zona di Bala Buluk, dove è avvenuto il raid aereo, sono attive le forze armate italiane – dice il capitano Mathias – ma non sappiamo se sono state coinvolte in questa operazione. L’unica cosa certa è che le forze di sicurezza afgane che hanno chiesto supporto aereo dopo essere state imboscate dai talebani erano accompagnate da militari della Coalizione”.
A Bala Bukuk le truppe italiane hanno inaugurato tre mesi fa un avamposto, la base operativa avanzata ‘Tobruk’ che ospita gli alpini del secondo reggimento genio guastatori di Trento, appartenenti alla Brigata ‘Julia’, e i bersaglieri del Battle Group comandato dal Tenente Colonnello Salvatore Paolo Radezza, che opereranno localmente a supporto delle forze di sicurezza nazionali afgane.



http://it.peacereporter.net/articolo/15552/Afghanistan,+Croce+Rossa+internazionale+denuncia:+a+Farah+decine+di+vittime+civili

martedì 5 maggio 2009

Parla Luca Barbareschi, presentando la sua Fondazione




Fondazione Luca Barbareschi




“HANNO ABUSATO DI ME ORA AIUTO LE VITTIME”
Parla Luca Barbareschi, presentando la sua Fondazione.


ROMA. Luca Barbareschi, durante l’intervista rilasciata ieri sera, domenica 18 marzo, ad Antonello Piroso nel suo “Niente di Personale” su La7 ha annunciato il proprio impegno di difesa dei bambini vittime di molestie sessuali.
Il 20 Aprile nascerà infatti la “Fondazione Onlus barbareschi”, fortemente voluta dall’attore, anche per un coinvolgimento personale. Barbareschi nella conversazione ha ricordato “la drastica decisione” di recarsi negli stati Uniti presso l’Alcolisti anonimi Americana, per superare il trauma di un abuso sessuale subito durante l’infanzia. Barbareschi ha accettato di raccontare questo suo passato “pesante” dicendo:
“Il problema delle molestie sessuali sui bambini e bambine in Italia va oltre l’immaginazione. Ed è una cosa spaventosa. Lo so, perché l’ho vissuto sulla mia pelle e ho impiegato molti anni prima di riavere di nuovo stima di me stesso”.
Da questa esperienza drammatica l’intento di aiutare altri che hanno vissuto la stessa situazione:
“Nella Fondazione, che gestisco assieme all’Associazione Prometeo di Bergamo, io metterò tutte le mie risorse.
Voglio che questa sia una battaglia importante”.




Barbareschi: «Così salverò i bimbi violati»
Prometeo diverrà il braccio operativo della nascente Fondazione Barbareschi.
di Luciano Gulli - venerdì 20 aprile 2007
·
Si chiama così: «Fondazione Luca Barbareschi. Dalla parte dei bambini». Luca Barbareschi è l’attore che tutti conoscono. Bell’uomo con fama di sciupafemmine, intelligente, colto, politicamente controcorrente, essendo uno dei pochi uomini di spettacolo non impaludati nelle acque morte del conformismo di sinistra dove guazzano tutti gli altri tenendosi per la coda. Quasi tutti gli altri.
La Fondazione che porta il suo nome, e che lui ha creato mettendoci un bel po' di passione, un bel po' di denaro, e anche un bel po' di dolore, si presenta oggi alle 19 a Milano, all'hotel Principe di Savoia. Il nome scelto per la sua onlus dice già di che si tratta, senza pindarici o tartufeschi giri di parole. Barbareschi sta dalla parte dei bambini vittime della pedofilia perché lui c'è passato. E sa che vuol dire. E ora - ma ci pensava da un pezzo - gli è venuta voglia di spendersi in prima persona per contrastare (abbattere no, se i numeri che lui cita - spaventosi - sono reali. E temo che lo siano) un fenomeno abietto, indegno. Un fenomeno che dai bassifondi di turpi latitudini mentali legate a un mondo criminale e malato, ma che si pensava circoscritto, si è allargato come una lurida bava venefica e ora dilaga per il mondo grazie (si fa per dire) a Internet.
La Fondazione Luca Barbareschi si occuperà non solo di garantire la tutela di minori offesi, anche sotto il profilo legale, ma anche del recupero di bambini vittime di molestie costretti a vivere in condizioni di degrado sociale o di sudditanza psicologica. «Quando il mostro è dentro casa, e accade spesso - dice Barbareschi - è ancora più difficile. Lì si tratta di intervenire con operazioni chirurgiche di difficoltà estreme. Ci sono casi in cui la madre sa da anni che il marito abusa della figlia e non trova il coraggio di denunciarlo. E se lo fa rischia di imbattersi, come è accaduto, in un giudice che assolve dicendo che il padre incriminato era affetto da sonnambulismo». Alla presentazione della Fondazione Barbareschi ci saranno funzionari dell'Fbi, di Scotland Yard e della polizia italiana. Perché il cancro infetta ormai vaste aree del pianeta.
Lei sostiene che il giro d'affari legato alla pedofilia ha superato in Italia quello della droga. Possibile?
«Consideri questo dato. Ogni sito pedopornografico rende in media fra gli 80 e i 90mila euro al giorno. Per scaricare una foto da questi siti si spendono anche 300-400 euro. Ora lei sa quanti sono questi siti, in Italia e in giro per il mondo? Decine e decine di migliaia. Pensi che in Olanda vogliono addirittura fondare un partito a favore della pedofilia. Ecco, a me sta a cuore questo aspetto: aiutare la gente a spezzare il muro della vergogna, dell'imbarazzo, a denunciare il malaffare».
Ammetterà che non è facile.
«Lo so, è maledettamente difficile. Spesso, chi è vittima dei pedofili, o chi è testimone diretto di casi di pedofilia rilutta a sporgere denuncia perché ritiene la cosa denigratoria della propria persona. Pensa di restarne segnato, infangato a sua volta. Io posso invece testimoniare il contrario».
Lei ha raccontato una volta, in televisione, di essere stato molestato da bambino. Vuol raccontare come andò?
«Accadde in due occasioni. La prima quando avevo 8 anni, in un istituto retto da religiosi, a Torino. La seconda quando ero più grande, alle medie, in quella che passa per la migliore scuola "cattolica" di Milano, e dalla quale aspetto ancora scuse formali».
Chi era il suo molestatore?
«Il mio padre spirituale. Ovvero il sacerdote che era anche il mio confessore. Il massimo del tradimento, come vede, visto che il soggetto in questione aveva accesso alla mia anima, ai miei sentimenti più riposti. Era la stessa scuola, quella di Milano, in cui gli allievi venivano presi per le orecchie, fino a fargliele sanguinare, o in cui si amministravano ceffoni perché il malcapitato, a mensa, aveva fatto rumore giocherellando con il coltello e la forchetta sul piatto».
Quanto le è costato superare quel disagio?
«Un prezzo altissimo. Mi sentivo sporco dentro, inadatto al mondo. Per molto tempo, negli anni della formazione, ho pensato che non sarei stato capace di recuperare una dimensione di equilibrio. Anche solo l'idea di affermarmi professionalmente, di trovare un mio ruolo sembrava impraticabile, difficile, illusoria».
Perché ha dato il suo nome alla fondazione?
«Perché voglio che resti testimonianza di uno che ha avuto il coraggio di alzare la testa in un Paese in cui molti la abbassano. Sa, il nostro è un Paese di servi. Siamo quelli descritti da Tolstoj in Guerra e pace: gente disposta a dare anche la propria moglie agli invasori per un posto da fattorino, da usciere. Dignità: zero. Sarà dura, ma bisogna che la gente cominci a realizzare che il posto di chi sbaglia è la galera».


ROMA. Luca Barbareschi, durante l'intervista rilasciata, domenica 18 marzo, ad Antonello Piroso nel suo "Niente di Personale" su La7 ha annunciato il proprio impegno di difesa dei bambini vittime di molestie sessuali.
Il 20 Aprile è nata infatti la "Fondazione Onlus Barbareschi", fortemente voluta dall'attore, anche per un coinvolgimento personale. Barbareschi nella conversazione ha ricordato "la drastica decisione" di recarsi negli stati Uniti presso l'Alcolisti anonimi Americana, per superare il trauma di un abuso sessuale subito durante l'infanzia. Barbareschi ha accettato di raccontare questo suo passato "pesante" dicendo: "Il problema delle molestie sessuali sui bambini e bambine in Italia va oltre l'immaginazione. Ed è una cosa spaventosa. Lo so, perché l'ho vissuto sulla mia pelle e ho impiegato molti anni prima di riavere di nuovo stima di me stesso".
Da questa esperienza drammatica l'intento di aiutare altri che hanno vissuto la stessa situazione:
"Nella Fondazione, che gestisco assieme all'Associazione Prometeo di Bergamo, io metterò tutte le mie risorse.
Voglio che questa sia una battaglia importante".
La "Fondazione Onlus Barbareschi", come abbiamo già riportato nel nostro sito, è stata tenuta a battesimo, con la presenza del noto attore, al V convegno Internazionale "Pedofilia Oggi", tenuto a Boario Terme dalla Associazione Prometeo onlus, da quasi 10 anni in prima linea nella lotta alla pedofilia.
Tratto da: IGN-NEWS.


Vi segnaliamo infine questo link dove troverete Luca Barbareschi leggere un breve passo del libro Predatori di Bambini di Massimiliano Frassi:
http://www.radiomontecarlo.net/RMC_04/on_air/rubriche/rush_hour/index_leggio_html
http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=159&im=188

PEDOFILIA: FINI, E' ATTENTATO A DIGNITA' PERSONA UMANA


» 2009-05-05 13:07
PEDOFILIA: FINI, E' ATTENTATO A DIGNITA' PERSONA UMANA
(ANSA) - ROMA, 5 MAG - La pedofilia non è solo un reato, "é un attentato alla dignità della persona umana": lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo alla Giornata nazionale contro la pedofilia a Roma. Fini ha definito "doverosa" la lotta a "ogni forma di abuso e di pedopornografia". Questa lotta, secondo il presidente della Camera, è "una trincea avanzata per dimostrare il grado di civiltà e la consapevolezza morale della necessità di preservare i minori da ogni forma di abuso e sfruttamento". Bisogna, ha aggiunto, "difendere il diritto dei più giovani di crescere in modo sano e di avere un domani una società migliore". "La legislazione italiana - ha detto - è all'altezza della sfida, è tra le più avanzate. Non siamo all'anno zero". E comunque, ha proseguito Fini, bisogna "continuare a tenere alta la guardia". Il presidente ha invitato i giovani ad aprirsi e a "guardare con occhi sereni la società nella quale vivono". E le istituzioni, ha aggiunto, "hanno il dovere di porre sempre più in avanti la sfida". Fini ha infine esortato le forze dell'ordine e la magistratura "alla massima severità nei confronti degli autori di comportamenti che definire turpi e immorali è poco".

PRIMA 'GIORNATA',SPEZZARE IL SILENZIO
Fra gli abusi è certamente il più mostruoso ed ignobile, perché ha per vittime i bambini. La pedofilia è un fenomeno in crescita ma resta in gran parte sommerso: recenti stime europee dicono che tra il 10 e il 20% degli adulti ha subito abusi e violenze sessuali durante l'infanzia. Oggi, 5 maggio, l'Italia celebra, per la prima volta, la Giornata nazionale contro la pedofilia. Una festa giovanissima, nata con via definitivo in Parlamento neanche una settimana fa. Questa prima edizione è titolata "Parla con noi".

La Giornata - promotore della legge istitutiva è il deputato Pdl, Luca Barbareschi, che è anche presidente della Fondazione 'Dalla parte dei bambini onlus' - sarà all' insegna della mobilitazione. Sono in programma diverse iniziative. Tutte volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sugli abusi ai minori ma anche a far arrivare ai bambini un "forte messaggio" - precisano i promotori - per spezzare il silenzio nel quale spesso rifuggono le stesse vittime. A Roma, le istituzioni si ritroveranno in mattinata, al Teatro Umberto, in una manifestazione alla quale sono attesi il presidente della Camera Gianfranco Fini, e fra gli altri, i ministri Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Giorgia Meloni; il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

Il fenomeno in Italia è fortemente in aumento, soprattutto su Internet. Resta comunque in gran parte sommerso. Ciò che emerge è una sottostima: dal 2001 al 2008, sono state arrestate 201 persone; oltre 4 mila le denunce, 3.949 le perquisizioni, 273.334 i siti monitorati. Nel corso di questo periodo, sono stati chiusi 177 siti e 10.907 sono stati segnalati ad organismi stranieri, 60 le operazioni di rilievo internazionale. Più di un ragazzo su 10 - secondo la polizia - dichiara di avere avuto contatti ritenuti pericolosi sul web e più della metà dei minori italiani tramite la rete ha accesso al mondo della pornografia.

Telefono Arcobaleno afferma che sono quasi 4 mila i siti pedopornografici segnalati ogni mese. In Italia poi sono in aumento i casi di pedofilia al femminile: negli ultimi cinque anni - secondo Telefono Azzurro - sono saliti del 25-30% i casi di abuso sessuale in famiglia commessi da donne. Ogni giorno, l'associazione di tutela dei minori, riceve circa 5 mila denunce; di queste, il 20% ha a che vedere con la violenza sessuale. Domani, l'Ecpat ha organizzato a Roma, al Circolo degli Artisti, un concerto.

"E' necessario - dice Marco Scarpati, presidente dell'organizzazione che nel mondo si occupa di contrastare gli abusi ai minori - parlare di un dramma troppo spesso dimenticato. Quello dei bambini e adolescenti sfruttati nel mercato del sesso. E' necessario che il bambino sia sempre più al centro delle politiche e delle azioni di tutti i cittadini. Il pensiero di Ecpat va diretto alla prevenzione".


http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_959055121.html

Save the Children: 'per 200 milioni sviluppo a rischio'

» 2009-05-05 13:14
Save the Children: 'per 200 milioni sviluppo a rischio'
ROMA - Nei paesi in via di sviluppo circa 200 milioni di bambini con meno di 5 anni (circa il 40% del totale) non riesce a raggiungere il suo massimo e completo sviluppo cognitivo a causa della povertà, della scarsa alimentazione, delle precarie condizioni di salute e delle cure inadeguate. Lo stima Save the Children nel rapporto sullo stato delle madri nel mondo presentato oggi a Roma, ricordando che circa 9 milioni di bambini con meno di 5 anni muoiono ogni anno. L'organizzazione - che quest'anno compie 90 anni a livello internazionale e dieci anni in Italia - sottolinea che uno dei risultati di tanti disagi socio-economici è che molti di questi bambini o non si iscrivono a scuola o sono destinati ad una carriera scolastica di insuccessi. Il Ciad, seguito da Afghanistan, Burundi, Guinea Bissau e Mali, è la nazione in cui i bambini hanno i peggiori risultati a scuola. "Purtroppo - commenta Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia - è ancora enorme il gap fra la condizione delle donne e dei bambini nei paesi ricchi e quelli poveri. Se si continua di questo passo è escluso che raggiungeremo il 4/o e 5/o obiettivo del millennio, cioé la drastica riduzione della mortalità infantile e di quella materna. Il G8 rappresenta un' occasione importante per mantenere gli impegni economici presi nel 2007, ossia di destinare 1,5 miliardi di dollari all'anno. Tuttavia per garantire a pieno il diritto alla salute di mamme e bambini e quindi raggiungere gli obiettivi di sviluppo è necessaria una quota aggiuntiva di 10,2 miliardi di dollari all' anno".

SAVE THE CHILDREN HA 90 ANNI, PRESENTE IN 120 PAESI
Save the Children compie quest'anno 90 anni. In Italia invece, l'organizzazione internazionale che si occupa della tutela dei minori, è attiva da dieci anni. Attualmente opera in 120 paesi al mondo con uno staff di circa 14 mila persone. Save the Children è stata fondata a Londra nel 1919 da Eglantyne Jebb, una infermiera della Croce Rossa rimasta colpita dalle terribili condizioni di vita dei minori in Europa dopo la prima guerra mondiale. Si deve a lei il rivoluzionario concetto, per l'epoca, che anche i bambini sono titolari dei diritti. Nel 1923 Eglantyne scrisse la prima Carta dei Diritti del Bambino. "Tutto quello per cui la nostra fondatrice ha combattuto 90 anni fa, è ancora quello in cui Save the Children crede oggi e la base del suo operato in tutto il mondo - afferma Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia - La nostra missione, in Italia come nel resto del mondo, è assicurare ad ogni bambino il rispetto dei suoi diritti - quello alla salute, alla nutrizione, al cibo, ad una dimora, all'educazione - e proteggerli da ogni tipo di violenza, abuso e sfruttamento, ascoltare i minori, coinvolgerli in ogni decisione che li riguarda e impegnarsi affinché il loro punto di vista sia preso in considerazione".


http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_959056174.html

lunedì 4 maggio 2009

Mo: Lieberman, basta con gli slogan

2009-05-04 13:50
Mo: Lieberman, basta con gli slogan
Ministro Esteri Israele, dopo 16 anni incontri siamo all'impasse
(ANSA) - ROMA, 4 MAG - Israele ''non cerca slogan ma risultati concreti'' per la nascita di uno Stato Palestinese, afferma il ministro degli esteri Lieberman. Negli ultimi 16 anni, si sono fatti diversi incontri e dichiarazioni, ma il risultato e' un'impasse'', ha detto dopo aver incontrato Franco Frattini. ''Credo che l'Italia possa avere un ruolo decisivo nei rapporti tra Israele ed i paesi arabi moderati e li possa promuovere''. Secondo Lieberman, infine, ''L'Iran e' la piu' grande minaccia per l'area''.









http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2009-05-04_104357085.html

domenica 3 maggio 2009

Angeli e Demoni di Dan Brown

Angeli e Demoni di Dan Brown:
altre mistificazioni storiche dopo quelle del Codice Da Vinci

di Andrea Menegotto (1 dicembre 2004)


Dan Brown ci ha ormai abituati all'idea che per lui l'oggettività dei fatti storici è un'opinione, se non che ha la pretesa di raccontare ai suoi lettori - e cioè è grave dal punto di vista dell'onestà intellettuale - che tutto quanto nei suoi romanzi potrebbe in maniera innocua passare sotto l'etichetta di fiction ed essere così soggetto alla pura valutazione di carattere estetico (fatto salvo un ulteriore giudizio di lettori e critica circa il buon gusto in riferimento alle tematiche affrontate), si fonda in realtà su fonti storiche autorevoli e sulla sua stessa competenza in ambito di ricerca storico-artistica
Se sulla sua prima opera pubblicata in edizione italiana, Il Codice Da Vinci, si è già detto moltissimo (cfr. Massimo Introvigne, «Il Codice Da Vinci»: ma la storia è un'altra cosa), la fama che Brown si è costruito presso gli studiosi di storia dei movimenti magico-esoterici non si smentisce neppure con Angeli e Demoni, uscito nelle nostre librerie per i tipi di Mondadori il 30 novembre ed erroneamente presentato al pubblico come la continuazione del Codice.
Il romanzo, che in realtà risale al 2000 e quindi precede l'opera che ha fatto conoscere Brown al grande pubblico, fu pressoché ignorato da lettori e critica al suo apparire negli Stati Uniti. La storia ha lo stesso protagonista principale de Il Codice Da Vinci: lo studioso di simbologia dell'Università di Harvard, Robert Langdon, e tratta di un complotto teso - almeno all'apparenza - a distruggere il Vaticano attraverso un campione esplosivo di anti-materia mentre si sta svolgendo il Conclave per l'elezione di un nuovo Papa.
Fin qui Brown gioca lecitamente sul piano del fantasy, ma l'autore prende da subito un grosso granchio quando va oltre, attribuendo il piano all'opera di una «setta», quella degli Illuminati, le cui origini sarebbero antiche e risalirebbero almeno al periodo rinascimentale. Gli Illuminati, arruolando nelle loro fila importanti personaggi del mondo della cultura, dell'arte e della scienza, avrebbe combattuto da sempre la Chiesa cattolica in nome della scienza e della libertà.
Coerentemente alla linea intrapresa con la pubblicazione dell'opera che lo ha reso celebre, Brown non rinuncia ad affermare pubblicamente (e anche sul suo sito Web ufficiale: www.danbrown.com) che se personaggi come Robert Langdon sono frutto della sua fantasia, tutto quanto si trova ne sue opere relativamente a massoneria, Rosacroce, Illuminati, Priorato di Sion ma anche alle più cupe - e peraltro ripetutamente smentite - «leggende nere» sull'Opus Dei si basa su notizie storiche veritiere e verificabili.
Come già in occasione della pubblicazione de Il Codice Da Vinci, un contributo serio e volto a sfatare le mistificazioni di Brown è frutto del lavoro del direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (www.cesnur.org), Massimo Introvigne, che in un articolo pubblicato sul numero di dicembre 2004 del National Geographic (cfr. M. Introvigne, «Illuminati tra mito e realtà», in National Geographic Italia, Grandangolo, vol.14 - n. 6, dicembre 2004) riprende e aggiorna i risultati delle sue ricerche riguardanti la storia e l'organizzazione delle correnti magiche dell'epoca moderna e contemporanea realizzate in occasione della pubblicazione del volume Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, (SugarCo, Milano 1990).
Se è vero che l'espressione «illuminatus» si ritrova in tutto il mondo delle organizzazioni esoteriche, a partire dagli ordini rosicruciani fino alla preistoria della massoneria e sta ad indicare un iniziato o un detentore di segreti esoterici, lungi dall'avere antiche origini rinascimentali, gli Illuminati (noti pure come «Illuminati di Baviera») sono identificabili come membri di una specifica organizzazione solo a partire dal 1776, quando Adam Weishaupt (1748-1830), docente di Diritto all'Università di Ingolstadt, fonda l'Ordine degli Illuminati con la finalità di diffondere segretamente nella cattolica Baviera il suo illuminismo filosofico e politico radicale. Dalla fondazione in avanti, la storia dell'organizzazione è complessa: se all'origine non si tratta di un'organizzazione massonica, il contatto fra il fondatore e un personaggio di spicco della massoneria, il barone Adolph von Knigge (1752-1796), che diviene il vero organizzatore degli illuminati, trasforma l'Organizzazione in società segreta con finalità anche politiche ricalcanti il più radicale illuminismo anti-clericale. Questa evoluzione fa sì che già nel 1784-85 la polizia bavarese arresti quasi tutti i congiurati.
Tuttavia, è piuttosto tipico delle organizzazioni segrete del XVIII secolo essere caratterizzate da un ulteriore livello: all'attività politica rivoluzionaria e critica verso la religione in nome del razionalismo, si accompagna spesso la ricerca di alternative alle religioni dominanti che sfociano nella magia e nell'occultismo. Così, nei loro gradi più alti, gli Illuminati insegnano una forma di «alchimia spirituale» (che utilizza l'evocazione di spiriti e tecniche magiche di tipo sessuale per raggiungere stati alterati di coscienza) appresa da un'organizzazione occultista tedesca, i Fratelli d'Asia.
Comunque sia, con la morte dell'ultimo membro, Johann Johachim Bode (1730-1793), gli Illuminati cessano di esistere finché, verosimilmente negli anni 1895-1896, un Ordine degli Illuminati viene «risvegliato» da Leopold Engel (1858-1931) in collaborazione con Theodor Reuss (1855-1923), il quale diverrà noto come dirigente dell'Ordo Templi Orientis (O.T.O.), che - fondato in Germania - acquisterà fama mondiale dopo che ne entrerà a far parte (e cercherà di impadronirsene) il famoso occultista inglese Aleister (pseudonimo di Edward Alexander) Crowley (1875-1947), organizzazione quest'ultima con forti interessi nell'ambito della magia sessuale, a cui l'Ordine è sempre più legato al punto dal rendere pressoché impossibile distinguere dove finisca la ritualità dell'uno e cominci quella dell'altro. Peraltro, Engel fornisce un corpus dottrinale agli Illuminati partendo dalle rivelazioni - di sapore vagamente biblico - del visionario austriaco Jakob Lorber (1800-1864) e aggiungendo ad esse quanto lui stesso riceve da una «voce interiore».
Dopo la morte di Engel, nonostante si dichiari «ariano» ed espella gli ebrei, l'Ordine degli Illuminati è sciolto e i membri perseguitati dal nazismo. Viva e vitale rimane solo la branca svizzera, presieduta dal 1947 Hermann Joseph Metzger (1919-1990), il quale nel 1943 aveva aderito alla sezione svizzera dell’O.T.O., la quale - sotto la gestione di Metzger - dagli anni 1970 rinuncia ad ogni genere di magia sessuale e ai riferimenti crowleyani, assumendo toni prevalentemente ispirati ai rituali di tipo massonico di Theodor Reuss.
Sulla scia di Metzger branche dell'Ordine degli Illuminati sono «risvegliate», a partire dal 1949, in vari Paesi. Tali branche, nel 1963, accettano lo stesso Metzger come presidente di una Lega Mondiale degli Illuminati. In seguito, altre realtà si discostano dalla Lega Mondiale rivendicando diritti sul marchio, ma la «linea-Metzger» risulta quella più autorevole e credibile quanto a successione. Oggigiorno, qualche centinaio di persone al mondo fa parte di organizzazioni che vantano la sigla di Ordine degli Illuminati, organizzazioni che in genere sono collegate alle locali sedi dell'O.T.O.
Dunque, la storia degli ordini esoterici ci racconta che le vicende reali sono più complesse di quanto Dan Brown narra nei suoi romanzi; in ogni caso, senza ombra di dubbio, la minuziosa ricostruzione storica di Introvigne smentisce le pretese di verità del romanziere americano su più fronti.
Innanzitutto, non è sostenibile l'idea per cui gli Illuminati sono un potente ordine la cui fondazione risale al Rinascimento: si tratta, piuttosto, di un'espressione di qualche rilievo (nella loro storia radunano qualche centinaio di persone) della cosiddetta «corrente calda», interessata alla magia e all'occultismo, del mondo legato alla massoneria, laddove per «corrente fredda» si deve intendere il filone più razionalista, che ha la meglio a livello di organizzazioni massoniche ufficiali soprattutto all'epoca della Rivoluzione francese. Come tali, le origini dell'Ordine degli Illuminati non si possono ritrovare in date antecedenti alla fine del XVIII secolo.
In secondo luogo, le affermazioni di Dan Brown relative all'appartenenza all'Ordine di celebrità quali Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) - il «maestro ignoto» della «setta» secondo l'autore - Galileo Galilei (1564- 1642), Benvenuto Cellini (1500- 1571), Wolfgang Amadeus Mozart (1756- 1791) e Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) rappresentano solo una leggenda senza fondamento, il cui inventore è lo stesso Leopold Engel nello sforzo da lui perseguito di dimostrare le origini antichissime dell'Ordine degli Illuminati.
Inoltre, l'ipotesi per cui gli Illuminati avrebbero controllato la costruzione del monastero teosofico di Monte Verità presso Ascona (in Svizzera) è un'invenzione di esoteristi e avventurieri americani del secondo dopoguerra (vi è testimonianza del passaggio di Reuss ad Ascona, ma nulla più). Attribuibile a questa origine è pure la teoria, su cui Brown pare voglia concepire un nuovo romanzo - francamente, viste le premesse, ci sentiamo di sconsigliarglielo... - che vuole la pianta della città di Washington disegnata dagli Illuminati.
Sic stantibus rebus, non resta che rilevare come le «notizie storiche attendibili» vantate come background da Dan Brown siano in realtà, oltre alle costruzioni ad hoc di Leopold Engel per sostenere l'antichità e il prestigio del suo Ordine, la peggiore paccottiglia in tema di complotti massonici di dimensioni planetarie, già ampiamente utilizzata negli Stati Uniti (e in una certa misura ripresa anche nel nostro Paese) prima di Brown da parte della letteratura e di un certo mondo sia politicamente di sinistra o legato a un complottismo di stile New Age, sia cristiano fondamentalista che ama sostenere l'esistenza di tanto grandi quanto non reali trame nascoste da parte di potenti ma di fatto inesistenti organizzazioni.
http://www.cesnur.org/2004/am_dan.htm

MONS. MENNONNA CONTRO IL FILM " ANGELI E DEMONI "


Il vescovo più anziano del mondo
contro il film 'Angeli e Demoni'



Monsignor Mennonna, 103 anni, ha firmato un esposto per "denunciare il contenuto altamente denigratorio, diffamatorio e offensivo per i valori della Chiesa". La pellicola, diretta da Ron Howard, uscirà nelle sale italiane il 13 maggio

Potenza, 2 maggio 2009 - 'Angeli e Demoni', il nuovo film del regista Ron Howard con Tom Hanks, uscirà nelle sale italiane solo il 13 maggio ma le polemiche sono già scoppiate. Contro la pellicola si è già schierato il vescovo più anziano al mondo, monsignor Antonio Rosario Mennonna, che il 27 maggio compirà 103 anni.



Il vescovo emerito di Nardò-Gallipoli, secondo quanto rivaleno i suoi legali Giacinto Canzona e Anna Orecchioni, è tra i firmatari di un esposto contro il film tratto dall’omonimo libro dello scrittore Dan Brown, già autore del best seller 'Il Codice da Vinci'.



"L’esposto - hanno dichiarato gli avvocati - è un atto significativo per denunciare il contenuto altamente denigratorio, diffamatorio ed offensivo per i valori della Chiesa e per il prestigio della Santa Sede. Con questo gesto - hanno continuato - i firmatari intendono invitare tutti i vescovi della Chiesa cattolica cristiana a fare altrettanto nei rispettivi Paesi”.



L’esposto di monsignor Mennonna, presentato alle Procure della Repubblica di Roma e Potenza, è stato emesso “nei confronti di tutti gli eventuali responsabili che hanno concorso alla realizzazione, alla produzione, alla diffusione e alla distribuzione in Italia del film, che non ha alcuna limitazione per i minorenni”. L’anziano vescovo ha dichiarato tramite i suoi avvocati di essere “rimasto profondamente turbato dalla visione del film”.

http://quotidianonet.ilsole24ore.com/spettacoli/2009/05/02/171505-vescovo_anziano_mondo.shtml

Terremoto, preghiera e carità

Terremoto, preghiera e carità


Il terremoto in Abruzzo ha suscitato una grande ondata di solidarietà. Le scosse della terra hanno “scosso” anche i cuori. Segnale positivo per una società che, nonostante i suoi mille motivi di frammentazione, di divisione e di conflitto, almeno nelle grandi prove si ritrova fortemente unita. Tra le altre cose non è mancata, e non deve mancare, la preghiera. Toccante la messa celebrata per le vittime, con il messaggio del Papa. Proprio in occasione di tale celebrazione, tra le molte voci consonanti, mi è capitato di ascoltare una voce critica, persino sarcastica. Mi riferisco a un’intervista in cui l’intervistato ragionava, grosso modo, così: preghiere, preghiere, ma a che servono? Non è forse Dio a mandarci il terremoto? Una considerazione di questo genere ci tocca, come credenti, sul vivo. Merita una risposta. Certamente, tutto è nelle mani di Dio, e anche un terremoto, che dipende solo da cause naturali, non accadrebbe se Dio non lo permettesse. Ma la Bibbia ci dà la visione di un Dio che, mentre governa il mondo, rispetta le leggi che Egli vi ha impresso, come rispetta la libertà dell’uomo, chiamandolo a porsi responsabilmente rispetto alla creazione. In certo senso ci fa suoi “collaboratori”. Le leggi fisiche, chimiche, biologiche, geologiche ecc. vanno conosciute, valorizzate e governate. La scienza è qui. Ed anche la politica! L’uomo cresce, diventa “adulto”, attraverso la fatica del suo misurarsi con la realtà. Dio è presente con la sua Provvidenza, ma non si sostituisce a noi. Bonhoeffer avrebbe detto che non è un “tappabuchi”. Cammina piuttosto a fianco a noi. Può ovviamente intervenire anche in modo straordinario, come ci attestano nel Vangelo le guarigioni operate da Gesù quali segni del regno di Dio. Di tanto in tanto, possiamo fare esperienza di questi interventi straordinari, e nulla ci impedisce di chiederli. Ma il modo ordinario della presenza di Dio è l’aiuto offerto alla nostra responsabile e attiva collaborazione. È questo aiuto che soprattutto chiediamo con la nostra preghiera. Il culmine del messaggio evangelico è la notizia che Dio non solo ci è vicino, ma nel Figlio Gesù addirittura si è caricato della nostra croce. Dov’era Dio a L’Aquila, quando tante case sono crollate, tante vite sono perite sotto le macerie? La risposta della croce è chiara: era lì, sotto le macerie, a condividere la sofferenza di tanti nostri fratelli, chiedendo di essere riconosciuto e amato proprio in quei fratelli, nei quali continua a portare la croce. Ricordiamo il grande discorso in cui Gesù ci insegna questa verità: “Ero affamato, e mi avete dato da mangiare, assetato e mi avete dato da bere…”. Possiamo attualizzare: “Ero terremotato, e siete venuti in mio soccorso..”. Dio è amore, e la sapienza dell’amore passa anche attraverso la croce dei nostri terremoti. Tutto rinasce e si riapre alla speranza, se il volto del Dio - Amore illumina i nostri rapporti e produce una civiltà dell’amore.


Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino


http://www.lavoce.it/articoli/20090501271.asp

7 maggio 2009, A Milano conferenza su “Ebraismo ed omosessualità”

7 maggio 2009, A Milano conferenza su “Ebraismo ed omosessualità”
Giovedì 7 maggio 2009, alle ore 20.30, in sala Claudiana, presso la chiesa valdese di Milano, si terrà la conferenza con il rabbino Haim Cipriani su “Ebraismo ed omosessualità”, organizzato dal gruppo Varco-Refo di Milano, gruppo di Riconoscimento e Valorizzazione della Comunità Omosessuale.
Haim Fabrizio Cipriani, membro riconosciuto del collegio rabbinico progressivo europeo, proporrà una interpretazione dell’omosessualità alla luce degli studi e delle tradizioni ebraiche. Interverranno la ministra di culto Longhitano Maria Vittoria della chiesa veterocattolica dell’Unione di Utrecht, la pastora valdese Anne Zell, il vice coordinatore del gruppo VARCO Francesco Boschi.


Questo è il primo di una serie di incontri atti a proporre la riflessione con altre religioni sul tema dell’omosessualità.



Haim Cipriani è il rabbino della sinagoga liberale Lev Chadash della World Union for Progressive Judaism che conta più di un milione e mezzo di iscritti alle comunità federate. La sinagoga si colloca nell'ampio ambito dell'Ebraismo modernista, che nelle sue diverse anime è diffuso in tutto il mondo.
Lev Chadash è la prima e la più vasta delle comunità progressive in Italia. Lavora per la promozione dell'ebraismo, dello studio e della pratica delle mitzvòt in uno spirito di apertura e di modernità.



Il Gruppo Varco è nato nel 2007, con atto del VI Circuito Lombardo-Piemontese dell' Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste in Italia, per favorire il riconoscimento e l'accettazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali all'interno delle chiese evangeliche. E’ sede locale della REFO, Rete evangelica fede e omosessualità.





PROGRAMMA

20.30 Presentazione e saluti della ministra di culto Maria Vittoria Longhitano
20.40 Ebraismo e omosessualità, Haim Fabrizio Cipriani, rabbino della sinagoga liberale Lev Chadash
21.00 Dibattito
21.45 Conclusione della pastora valdese Anne Zell
21.55 Saluti finali del vice coordinatore del gruppo VARCO Francesco Boschi





Giovedì 7 maggio 2009, ore 20.30

Ebraismo ed omosessualità. Conferenza con il rabbino Haim Cipriani

Milano, chiesa valdese di Via Francesco Sforza 12, Sala Claudiana,


Sito web: http://gruppovarco.altervista.org/ - Email: chiesavaldese.varco@yahoo.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

http://www.gionata.org/eventi/segnalazioni/7-maggio-2009-a-milano-conferenza-su-ebraismo-ed-omosessualit.html


Il Gruppo VARCO
Gruppo di Valorizzazione e Riconoscimento della Comunità Omosessuale




Il Gruppo Varco è nato, con atto del VI Circuito Lombardo-Piemontese dell' Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste in Italia, per favorire il riconoscimento e l'accettazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali all'interno delle chiese evangeliche.
"Molti di noi hanno sperimentato cosa significa non essere accettati e, magari, hanno subito vere e proprie pressioni psicologiche perché cambiassero il loro orientamento sessuale”.
Passi biblici, testimonianze e sostegno per chi si sente rifiutato, ecco cosa vuol essere il gruppo Varco, perché "l'omosessualità non è un peccato e quando lo si scopre ci si sente liberi, proprio come il popolo di Israele fuggito dalla schiavitù d'Egitto".

Giovedì 7 maggio 2009: alle ore 20.30, in sala Claudiana del Centro Culturale Protestante di Milano,via Francesco Sforza 12/a Milano, si terrà la conferenza con il rabbino Haim Cipriani della sinagoga liberale Lev Chadash della World Union for Progressive Judaism su 'Ebraismo ed omosessualità'.


http://gruppovarco.altervista.org/

Svezia, Legalizzato il matrimonio omosessuale

Svezia, Legalizzato il matrimonio omosessuale

mercoledì, aprile 29, 2009, 20:30
La Svezia e’ divenuto il quarto Stato Ue -dopo Spagna, Olanda e Belgio- che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il matrimonio omosessuale esiste anche in Norvegia, Canada e Sudafrica. Solo i cristiano-democratici svedesi si sono opposti alla legge, pero’ hanno dato liberta’ di voto, e il risultato finale e’ stato di 261 voti a favore, 22 contrari e 16 astenuti. La legge, che entra in vigore il primo maggio, sostituisce una delle leggi di unioni delle coppie di fatto piu’ antica d’Europa. Infatti, in Svezia l’uguaglianza dei diritti e’ pressoche’ assoluta dal 1995.
Fonte: ADUC - Firenze



http://www.reporterfreelance.info/2009/04/29/svezia-legalizzato-il-matrimonio-
omosessuale/



La Chiesa di Svezia approva la legge per il matrimonio tra omosessuali


La Chiesa Luterana di Svezia ha detto di approvare l’unione in chiesa delle coppie dello stesso sesso, lasciando il privilegio del termine “matrimonio” alle unioni etero.
La posizione della Chiesa, che in Svezia conta 7,2 milioni di membri su una popolazione di 9,1 milioni, era stata richiesta dal governo che sta preparando una nuova legge per questi matrimoni.
Dal 1995 la Svezia riconosce l’unione civile tra gay e lesbiche, garantendo loro lo stesso status legale delle coppie sposate. Tuttavia gli omosessuali da tempo lottano per cancellare l’ultima traccia di discriminazione tra unioni etero ed omosessuali. Ora la legge, approvata nel 1987, definisce il matrimonio come un contratto tra un uomo ed una donna: la nuova proposta dovrebbe cancellare il riferimento al genere.
Se la nuova legge sarà approvata la Svezia, già pioniera nel diritto all’adozione per coppie dello stesso sesso, sarà il primo Paese al mondo a permettere che i matrimoni omosessuali vengano celebrati con l’avvallo del maggior culto religioso.
La Chiesa Luterana, che dal 2000 non è religione di Stato, offre la benedizione religiosa alle unioni tra gay dal Gennaio 2007.

La notizia, in inglese, è raggiungibile sul giornale svedese The Local





http://www.uaar.it/news/2007/12/12/chiesa-svezia-approva-legge-per-matrimonio-tra-omosessuali/

venerdì 1 maggio 2009

1 MAGGIO SAN GIUSEPPE LAVORATORE


San Giuseppe lavoratore

1° Maggio







Il 1° maggio, prima di diventare in Europa la «Festa del Lavoro», fu per lungo tempo, alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, una giornata di rivendicazioni e spesso di lotte per la promozione della classe lavoratrice.

A questo richiamo non poteva rimanere insensibile la Chiesa, che i papi Leone XIII e Pio IX col loro magistero via via aprivano ai problemi del mondo del lavoro.



Pio XII istituì questa memoria liturgica, per dare una dimensione cristiana a questo giorno, mettendola sotto il patrocinio di san Giuseppe lavoratore (1955). « Ogni lavoro - aveva detto già nel radiomessaggio natalizio del 1942 - possiede una dignità inalienabile, e in pari tempo un intimo legame col perfezionamento della persona: nobile dignità e prerogativa, cui in verun modo non avviliscono la fatica e il peso che sono da sopportarsi come effetto del peccato originale, in obbedienza e commissione alla volontà di Dio». Cristo stesso ha voluto essere lavoratore manuale, trascorrendo gran parte della vita nella bottega di Giuseppe, il santo dalle mani callose, il carpentiere di Nazaret.

Per sottolineare la nobiltà del lavoro la Chiesa propone alla nostra meditazione S. Giuseppe artigiano. La festa odierna sostituisce quella del Patrocinio di S. Giuseppe sulla Chiesa universale, prescritta nel 1847 da Pio IX.

Pio XII e il Beato Giovanni XXIII resero omaggio a questo esemplare maestro di vita cristiana, all'uomo laborioso, onesto, fedele alla parola di Dio, obbediente, virtù che il Vangelo sintetizza con due parole: « uomo giusto ». « I proletari e gli operai - scriveva Leone XIII, il papa della “Rerum novarum” - hanno come diritto speciale a ricorrere a S. Giuseppe e a proporsi la sua imitazione. Giuseppe infatti, di stirpe regale, unito in matrimonio con la più grande e la più santa delle donne, considerato come il padre del Figlio di Dio, passa ciò nonostante la sua vita a lavorare e chiede al suo lavoro di artigiano tutto ciò che è necessario al mantenimento della famiglia».



Dalla Costituzione pastorale Gaudium et Spes 4, 34 del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.



Per i credenti una cosa è certa: considerata in se stessa, l'attività umana individuale e collettiva, ossia quell'ingente sforzo col quale gli uomini nel corso dei secoli cercano di migliorare le proprie condizioni di vita, corrisponde alle intenzioni di Dio.

L'uomo infatti, creato ad immagine di Dio, ha ricevuto il comando di sottomettere a sé la terra con tutto quanto essa contiene, e di governare il mondo nella giustizia e nella santità, e così pure di riferire a Dio il proprio essere e l'universo intero, riconoscendo in lui il Creatore di tutte le cose; in modo che, nella subordinazione di tutta la realtà all'uomo, sia glorificato il nome di Dio su tutta la terra. Ciò vale anche per gli ordinari lavori quotidiani.

Gli uomini e le donne, infatti, che per procurarsi il sostentamento per sé e per la famiglia esercitano il proprio lavoro in modo tale da prestare anche conveniente servizio alla società, possono a buon diritto ritenere che con il loro lavoro essi prolungano l'opera del Creatore, si rendono utili ai propri fratelli e donano un contributo personale alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia. I cristiani, dunque, non si sognano nemmeno di contrapporre i prodotti dell'ingegno e del coraggio dell'uomo alla potenza di Dio, quasi che la creatura razionale sia rivale del Creatore; al contrario, sono persuasi piuttosto che le vittorie dell'umanità sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile disegno. Ma quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità, sia individuale che collettiva.

Da ciò si vede come il messaggio cristiano, lungi dal distogliere gli uomini dal compito di edificare il mondo o dall'incitarli a disinteressarsi del bene dei propri simili, li impegna piuttosto a tutto ciò con un obbligo ancora più pressante.



Fonte: vaticano; intratext.com (“RIV.”).





Fonte: vaticano; intratext.com («RIV.»).







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