domenica 30 agosto 2009

'Giornale' attacca Boffo su vicende sessuali, Cei lo difende

2009-08-29 11:14
'Giornale' attacca Boffo su vicende sessuali, Cei lo difende
GENOVA - 'L'attacco che e' stato fatto al dott. Boffo direttore di Avvenire e' un fatto disgustoso e molto grave': lo ha detto l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, prima di celebrare la messa per la festa del santuario della Madonna della Guardia.

di Domitilla Conte

ROMA - Non si potrà forse definire un fulmine a ciel sereno, viste le nubi addensate negli ultimi mesi tra governo Berlusconi e Chiesa cattolica, ma del fulmine ha di certo avuto l'impatto. Il Giornale, quotidiano che fa capo alla famiglia Berlusconi, dedica l'intera prima pagina ad un "incidente sessuale" del direttore del quotidiano dei vescovi Dino Boffo, protagonista, nelle scorse settimane, di alcuni interventi critici sulla "condotta morale" del presidente del Consiglio. Il Giornale rivela, citando atti giudiziari del Tribunale di Terni riferiti a fatti del 2001, che il direttore di Avvenire ha posto fine con un patteggiamento ad un processo per aver molestato, con minacce e intimidazioni, la moglie di un uomo con il quale aveva una relazione omosessuale.

Accusa pesante, secondo Vittorio Feltri, appena richiamato alla guida del quotidiano, il quale ne evince, nell'editoriale che accompagna la notizia, che "il direttore di Avvenire non ha le carte in regola per lanciare anatemi furibondi contro altri peccatori, veri o presunti, e neanche per tirare le orecchie a Berlusconi". Dopo un minivertice a palazzo Grazioli con il sottosegretario Gianni Letta ed il portavoce Paolo Bonaiuti, il premier - in una nota - "si dissocia" dall'iniziativa di Feltri. Quest'ultimo precisa di essersi limitato a trascrivere un documento pubblico sottolineando che la presa di distanza di Berlusconi dimostra la sua indipendenza e quella del giornale. Per qualche ora si fa gelo in Vaticano e a Palazzo Chigi, intenti agli ultimi preparativi per la Perdonanza dell'Aquila, alla quale sono attesi il segretario di Stato della S.Sede, card.Tarcisio Bertone e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Il terremoto dello scorso aprile avrebbe richiamato per la prima volta le massime autorità di Italia e Santa Sede all'annuale Giubileo celestiniano, favorendo indirettamente un incontro destinato a smentire possibili attriti. Invece arriva l'annullamento della visita del premier. Il primo a intervenire è stato, questa mattina, il diretto interessato, denunciando "un killeraggio giornalistico allo stato puro" portato avanti da 'il Giornale' di Vittorio Feltri che ha montato "una vicenda inverosimile, capziosa e assurda". Boffo non nega del tutto i fatti, precisando però che di quella circostanza era stato "la prima vittima". Pronta l'alzata di scudi dei vescovi, editori dell'Avvenire, che arriva quasi in contemporanea.

La Cei conferma la sua "piena fiducia" al direttore che guida il giornale - precisa in una nota - "con indiscussa capacità professionale, equilibrio e prudenza". E l'accento sembra cadere su quest'ultima parola, quasi a dire che, sui casi berlusconiani, si sarebbe potuto dire anche di più, o magari prima, invece di aspettare le lettere angustiate di tanti cattolici allarmati per le notizie sulle feste di Villa Certosa. Il cdr di Avvenire parla di attacco "plateale e ripugnante" e nelle redazioni cominciano a piovere prese di posizione di ogni parte politica, in gran parte in difesa di Boffo. Lupi, del Pdl parla di "attacco brutale" da parte del Giornale. Franceschini, segretario del Pd, lo definisce "un segno di degrado" e Bersani, anima laicista del partito, si preoccupa di "un clima torbido" che sta "degenerando". Il leader dell'Udc, Rocco Buttiglione, è il primo a dichiarare che "Berlusconi non può immaginare che non venga fatta risalire a lui la colpa di questa aggressione condotta dal suo giornalista di fiducia sul suo giornale di famiglia".

Poco dopo Berlusconi si dissocia dalla prima pagina del Giornale, "per le stesse ragioni" per cui ha respinto il gossip sulla sua vita privata. Intanto, intorno alle 13, la sala stampa vaticana comunica che la cena della Perdonanza annunciata per la sera all'Aquila, "é stata annullata" e che il presidente del Consiglio delegherà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta a presenziare alle celebrazioni, "per evitare strumentalizzazioni". Da palazzo Chigi non una parola, ma Letta é all'Aquila, vicino a Bertone con il quale, si dice, non ha mai interrotto i rapporti. E ieri, Bertone, aveva detto chiaramente che la Chiesa non vuole alcuno scontro.

Il costo della cena all'Aquila al termine della cerimonia della Perdonanza sarà devoluto ai terremotati, ha riferito il numero due della sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini. "Su invito dell'arcivescovo dell'Aquila, mons.Giuseppe Molinari, e del Comitato della Perdonanza celestiniana, il segretario di Stato, sua eminenza il card. Tarcisio Bertone - ha riferito padre Ciro Benedettini - si è recato nella città dell'Aquila per rinnovare i sentimenti di vicinanza e di affetto del Santo Padre alle popolazioni terremotate.

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