venerdì 13 febbraio 2009

Berlusconi: "La crisi preoccupa"

13/2/2009 (12:51) - LA GRANDE CRISI
Berlusconi: "La crisi preoccupa"
Allarme del premier: le dimensioni
non sono ancora del tutto definite.
Il Pd: «Sono dichiarazioni tardive»
ROMA
«Questa crisi ha delle dimensioni che non sono ancora del tutto definite e la dobbiamo guardare e la guardiamo con preoccupazione». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante una conferenza stampa a palazzo Chigi, lascia da parte il tradizionale ottimismo e non nasconde i timori del governo sulla situazione del Paese. Proprio nel giorno in cui i nuovi dati Istat confermano il brusco rallentamento dell'economia italiana.

«Siamo sempre più convinti - sottolinea Berlusconi - che la crisi dipenda anche dai nostri comportamenti ma è una crisi globale di cui abbiamo sempre preso atto e prendiamo atto ancora. Questa crisi ha delle dimensioni che non sono ancora del tutto definite e la dobbiamo guardare e la guardiamo con preoccupazione». «Domani Tremonti presiederà il G7» dove si discuterà «delle regole da introdurre nei mercati finanziari e nella crisi economica», ha aggiunto il premier. Poi, riferendosi all'intesa sugli ammortizzatori sociali, Berlusconi ha affermato che «il governo e così anche le regioni hanno dato buona prova di se nell’affrontare questa crisi economica dando risposte concrete e immediate a quanti più direttamente sono e potranno essere colpiti dalla crisi stessa. Ringrazio il senso di responsabilità dimostrato da tutti, a cominciare dalle regioni. Ma gli effetti di questa crisi non sono ancora finiti».

Per il pd la preoccupazione del premier è tardiva. Secondo la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro «è curioso leggere le dichiarazioni di Berlusconi. Per settimane ha invitato gli italiani a non preoccuparsi e oggi invece afferma di non conoscere le dimensioni della crisi e di temerla». Peraltro, aggiunge, «il suo governo, invece di mettere in campo misure serie ed efficaci, ha solo lavorato per dividere i lavoratori italiani, favorendo una rottura sindacale». «Il Pd - dice la Finocchiaro - ha lavorato in questi mesi per tenere insieme il mondo del lavoro. Oggi molti suoi esponenti hanno dato la loro adesione allo sciopero e alcuni sono andati in piazza. Il Partito democratico deve essere dove sono i lavoratori e ogni giorno deve lavorare per la loro unità e proporre al Paese le proprie proposte contro la crisi: è questo il senso di quello che sta facendo oggi e che farà nelle tre grandi giornate di mobilitazione che cominciano domani. È necessario dire al Paese che questo governo non è capace di reagire alla crisi».

Anche secondo il segretario nazionale del Pd Walter Veltroni, l’accordo tra Stato e Regioni sugli ammortizzatori sociali è «tardivo». «L’intesa serve, come al solito, per affrontare un’emergenza», ha commentato a Cagliari, dove è arrivato per la chiusura della campagna elettorale. «Vorrei ricordare che ieri il ministro Sacconi ha detto che non ci sono le risorse per fare la riforma degli ammortizzatori sociali, mentre è proprio quello di cui ci sarebbe bisogno, soprattutto per i tanti precari di questo Paese che rischiano di restare senza lavoro e senza un euro». Domani il Pd presenterà un piano per uscire dalla crisi «perchè il governo è stato totalmente assente e incapace di produrre ogni decisione, mentre questo è il momento in cui bisogna ridare forza e fiato all’economia e al lavoro». Ha annunciato Veltroni.

Secondo il leader del Pd, occorre unire le forze sindacali e tutto il mondo del lavoro: «Penso che tra un piccolo e medio imprenditore e i suoi lavoratori ci sia una continuità di destini, e che dobbiamo tutti insieme lavorare perchè il Paese possa ripartire. Il governo sino ad ora non ha messo in campo nulla». Anzi, per Veltroni occorre prima di tutto recuperare la frattura tra i sindacati perchè il governo li vuole dividere. «In generale questo Paese deve tornare a essere più sobrio. Stiamo parlando in un Paese in cui si danno 300 mila euro a uno del Grande Fratello mentre gli operai che ho visto stamattina, forse avranno una cassa integrazione da 880 euro al mese». Reduce da un incontro a Iglesias con i lavoratori dell’area industriale di Portovesme, il leader del Pd riflette così sulla questione morale per il chachet da un milione di euro pagato al direttore artistico del festival di Sanremo di quest’anno Paolo Bonolis. «È un Paese che deve smettere di pensare in termini di show business e deve tornare ad avere lavoro e produzione, deve sostenere i giovani precari e gli imprenditori coraggiosi. Un Paese un pò diverso da questo gigantesco truman show berlusconiano, nel quale siamo stati per quindici anni e che sta producendo i danni che vediamo».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200902articoli/40984girata.asp

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