domenica 8 febbraio 2009

In Svizzera vittoria del 'sì' al referendum Ue

In Svizzera vittoria del 'sì' al referendum Ue
Ginevra, 8 feb. (Apcom) - Gli svizzeri hanno approvato a larga maggioranza il rinnovo e l'estensione alla Bulgaria e alla Romania degli accordi sulla libera circolazione dei lavoratori fra la Confederazione elvetica e l'Unione europea, al termine di una campagna particolarmente tesa. Secondo i risultati ufficiali, il 'sì' ha ottenuto il 59,6% de voti con 22 dei 26 cantoni che si sono pronunciati a favore della collaborazione con Bruxelles che dal 2002 ha consentito a 200.000 europei di lavorare in Svizzera. Il 'no' ha raccolto il 40,4% dei suffragi, imponendosi in soli quattro cantoni. Il risultato ha sorpreso non pochi commentatori che non escludevano che la crisi economica accentuasse le preoccupazioni degli elettori, costretti oggi a confrontarsi con una crescente disoccupazione. L'esito del voto è stato seguito molto da vicino da Berna e Bruxelles poichè in gioco erano diversi anni di cooperazione economica. La libera circolazione, in vigore dal 2002, è infatti associata ad altri sei accordi, i Bilaterali I, che facilitano gli scambi commerciali. In caso di una bocciatura del referendum, tutti questi accordi sarebbero automaticamente saltati secondo la "clausola della ghigliottina". Bruxelles aveva fatto sapere inoltre che anche l'adesione della Svizzera agli accordi di Schengen sarebbe stata annullata. Il sollievo era pertanto tangibile fra i fautori del rinnnovo degli accordi, ovvero quasi tutti i partiti elvetici e gli ambienti economici. "E' il linguaggio della ragione che ha prevalso", ha commentato il presidente del Partito socialista, Christian Levrat, plaudendo, come il presidente del Partito cristiano democratico (Pdc), Christophe Darbelley, alla "maturità politica svizzera". Il 'sì' "spazza via in maniera categorica l'opzione della via solitaria per la Svizzera", ha commentato il presidente del Partito radicale democratico, Fulvio Pelli. "Ci garantisce relazioni positive e stabili con il nostro più grande cliente, l'Unione europea" e ci "permetterà di attraversare i prossimi mesi sotto i migliori auspici", ha detto ancora. Anche la 'Economiesuisse', la Confindustria elvetica, molto attiva nella campagna, ha espresso soddisfazione per un risultato "nell'interesse generale del Paese". Il voto rappresenta invece un duro colpo per la destra populista dell'Udc, ritornato al governo due mesi fa e unico partito ad aver condotto una campagna aggressiva contro gli accordi con Bruxelles. Il deputato dell'Unione democratica del centro (Udc) Dominique Baettig, ha detto che "fra i due mali, gli elettori hanno scelto il minore, che è la fuga in avanti". "L'Europa non è attraente di per sé. E' riuscita nell'intento di far paura perché la gente scegliesse quello che crede il suo interesse a breve termine", ha detto ancora con tono rammaricato. Per il deputato dell'estrema destra, Hans Fehr, "i fautori del 'sì' dovranno assumersi la loro responsabilità" fra qualche mese quando la disoccupazione sarà alle stelle. Alcuni membri dell'Udc non hanno escluso la possibilità di convocare un nuovo referendum, questa volta per "limitare la libera circolazione delle persone".

Fonte: Apcom

http://www.la7.it/news/dettaglio_news.asp?id_news=86609&cat=esteri

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