Eluana/ L'appello al presidente Giorgio Napolitano. "Nominiamo Beppino Englaro senatore a vita"
Venerdí 06.02.2009 12:00
E' iniziata la fase finale. Beppino Englaro, a poche ore dall'interruzione degli alimenti alla figlia Eluana, è distrutto, stremato da una battaglia che con passione e costanza s'è caricato sulle spalle. Una battaglia sulla quale si giocano le sorti dell'Italia. Ma dopo la morte di sua figlia non avrà più la forza di ergersi a simbolo della laicità di cui si parla nella prima pagina della Costituzione italiana. Non è lui che deve portare a compimento un cambiamento storico, epocale, filosofico.
Per questo Affaritaliani accoglie con entusiasmo e pubblica integralmente l'intervento di un prestigioso collaboratore, Enrico Andreoli, che in una lettera indirizzata al presidente Giorgio Napolitano propone Beppino Englaro senatore a vita. L'intento e la filosofia che sostengono questa iniziativa nascono dall'esigenza di sollevare un uomo che già ha fatto tanto da un compito che spetta alle Istituzioni. Beppino ha elaborato in pubblico un vuoto legislativo, pagandolo col proprio corpo.
E' stato insultato e chiamato assassino. Il massimo rappresentante dello Stato italiano dovrebbe sostituirsi a lui e, conferendogli la carica di senatore, legittimare e formalizzare il ruolo che la sua lotta per Eluana ha avuto nella storia della Repubblica. E' un atto di pietà costituzionale salvarlo e sollevarlo dalla valanga a cui si è esposto in prima persona. Come riconoscimento dei suoi meriti. Attraverso uno sguardo complessivo, che va oltre la discussione nel merito, si può affermare che da questi eventi, dalle scelte che saranno prese dopo la morte della giovane in coma da 17 anni dipende il futuro dell'Italia. Le parole che il Presidente ha pronunciato chiedendo una legge sul testamento biologico indicano che il corpo della Repubblica è segnato da questa cicatrice. Siamo a un bivio. Fede da una parte e Ragione dall'altra. Niente potrà stare nel mezzo. E in base a ciò che lo Stato deciderà di fare saremo un Paese laico o un Paese confessionale. Sul letto di Eluana si giocano le sorti della Repubblica. Per questo, attraverso una raccolta di firme, chiediamo a Napolitano di prendere una decisione subito perché questo gesto rimarrà impresso nel corpo dello Stato per i prossimi 200 anni.
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Al Signor Presidente della Repubblica Italiana
Senatore Giorgio Napolitano
Vorrei innanzitutto esprimerLe la mie più sincere congratulazioni per essere, secondo i sondaggi di questi giorni, il politico che raccoglie la fiducia della maggioranza degli italiani.
La Sua popolarità, in quanto basata sulla fiducia, ha una qualità politica superiore a quella pur enorme del grande Sandro Pertini a cui noi tutti eravamo legati da vincoli affettivi più che politici: quando lo incontrava per le vie di Roma, la gente si rivolgeva a lui con un umanissimo “Sandro”. Non credo che oggi la gente si permetta di interpellarLa con un informale “Giorgio”.
Non si può essere informali con Lei perché Lei incarna rigore e regola; personifica il nostro bisogno di ordine nel confronto politico. Nel Suo ripetuto invito al dialogo appare centrale l’elemento formale: ad ognuno il proprio ruolo e la propria responsabilità nel concepire ed attuare soluzioni capaci di arginare la crisi che investe l’Italia.
La forma, come sappiamo, misura il rispetto che le parti si con-cedono. Ogni con-cessione, ogni do-ut-des, richiede misura; si misura soltanto nella chiarezza e trasparenza di idee, interessi e scopi di cui, una volta eventualmente raggiunti, ci si assume la responsabilità senza sotterfugi, mezze verità e vere menzogne.
Non è un trattato di etica politica ma la descrizione di un eroe civile: il Sig. Beppino Englaro. Un nostro concittadino che ha affrontato per anni un percorso, durissimo e coerente, per portare alla luce, passaggio legale dopo passaggio legale, un enorme vuoto legislativo.
La forma della sua azione sempre adeguata alla legge, la volontà di vivere in uno stato di diritto per realizzare alla luce del sole la volontà di un cittadino indifeso è stato un vero scandalo per noi italiani abituati a farci gli affari propri, a difendere i nostri interessi di bottega, artigiana o politica che sia, a prendere scorciatoie morali piuttosto che affrontare il fastidio della legge.
La voce di Eluana, che il sig. Englaro ci ha costretto ad ascoltare, ha scosso le coscienze e ha dato vita ad un dibattito acceso, talvolta distorto dalla Politica, più volte falsato da menzogne e dove la stessa voce della Chiesa è inciampata nella contraddizione. La Magistratura ha reso nulli gli atti di politici e amministratori frettolosi che hanno voluto mettere una mano faziosa in aree mal presidiate dalla legge.
Grande è dunque il debito politico, civile, giuridico e morale che noi cittadini italiani abbiamo verso il Sig. Beppino Englaro. Non è certamente un caso che la stragrande maggioranza degli italiani sostenga, secondo recenti sondaggi, l’azione politica ed umana del Sig. Englaro.
Nel nome di questa maggioranza, Le chiediamo, signor Presidente della Repubblica, di ripagare il debito che il Sig. Beppino Englaro vanta nei confronti di tutti i cittadini italiani, nominandolo a Senatore a vita della Repubblica Italiana.
Distinti Saluti
Enrico Andreoli
http://www.affaritaliani.it/cronache/eluana-beppino-senatoreavita050209.html
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