Critiche unanimi del mondo politico. Veltroni: "Intolleranza frutto di predicazioni xenofobe"
Alemanno: "Prima di lanciare teoremi politici, capire qual è la matrice della violenza"
A Nettuno un corteo di protesta
Tafferugli con militanti di destra
ROMA - A Nettuno è il giorno della rabbia e delle proteste. Dura la condanna da tutte le parti politiche e dalla società civile alla brutale aggressione all'immigrato indiano, unanimi i commenti che esprimono "indignazione", "rabbia" e "necessità di fermare la violenza". Ma, intanto, tra schieramenti opposti monta la polemica sul clima di odio e la responsabilità politica che lo alimenta. E nel tardo pomeriggio ci sono stati tafferugli tra manifestanti e alcuni militanti di destra al corteo di solidarietà organizzato a Nettuno dall'associazione multiculturale Soweto.
Attorno alle 18 alcuni immigrati e italiani si sono radunati davanti al municipio della cittadina. Non appena il corteo è partito c'è stato uno scambio di insulti tra i manifestanti e un gruppo di giovani di destra che avevano fatto battute contro gli stranieri. Le forze dell'ordine sono intervenute per sedare gli animi e il corteo è andato avanti senza problemi. "Ma quale pacchetto sicurezza - Cittadinanza per tutti", "Siamo tutti immigrati", sono gli slogan degli striscioni. I cittadini si sentono colpiti e indignati. Mentre la comunità indiana - circa 5mila persone - che vive e lavora a Nettuno e sul litorale a sud di Roma esprime paura, incredulità e rabbia.
"Siamo gente tranquilla, che lavora in campagna e non ha tempo per fare altro, se non stare con la famiglia", dice Ajit Singh, presidente dei Sikh di Anzio. "In Italia - aggiunge - stiamo molto bene e non ci sono mai stati problemi con la gente". "Questo è un atto di linciaggio, un fatto terribile - accusa Amendeep Huldip, che è venuto in Italia da bambino - Se avvengono cose come queste senza un motivo, e comunque non ci sono motivi che le giustifichino, dobbiamo cominciare a preoccuparci".
Le reazioni politiche. Il leader Pd Walter Veltroni parla di "intolleranza criminale frutto di predicazioni xenofobe, di un clima creato ad arte di odio e di paura". Il sindaco di Roma Gianni Alemanno esprime "rabbia e dolore" ma, quando viene smentito il movente xenofobo dell'aggressione, dice: "Prima di lanciare teoremi politici bisogna capire qual è la matrice di questa ennesima, barbara violenza".
"Se qualcuno pensa che i recenti fatti di violenza, che hanno visto come presunti colpevoli delle persone immigrate - aveva detto in precedenza il sindaco della capitale - possano essere un alibi per ritorsioni xenofobe, si sbaglia di grosso. A nessuno è consentito farsi giustizia con le proprie mani".
Parole criticate da Paolo Gentiloni, Pd, che giudica un "commento allarmante" quel "non ci si deve fare giustizia con le proprie mani": "Il rischio di frasi del genere - attacca Gentiloni - è che il 'reato' contro il quale non bisogna farsi giustizia da soli sia semplicemente quello di non avere casa. O di essere indiano". Rosy Bindi, vicepresidente della Camera, mette l'accento sul fatto che "una società violenta è anche figlia di una politica che alimenta sospetti, paure e istiga all'intolleranza".
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Certi rappresentanti locali delle istituzioni che seminano sistematicamente germi di eccitazione e di intolleranza devono farsi un esame di coscienza". L'episodio, prosegue Casini, "deve suscitare non solo una immediata condanna, ma una profonda riflessione sul rischio di rigurgiti razzisti che oggi sorgono nel Paese, non bastano le esecrazioni e le solidarietà di rito".
Il presidente del Senato, Renato Schifani, condanna "duramente" ogni forma di intolleranza, "ancor più quando questa si spinge fino a gravissimi atti di criminalità" ed esorta a "isolare, condannare e repimere" episodi come questi. Di fronte a questo caso di "violenza razzista e di teppismo criminale" il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parla di "sintomo allarmante della presenza all'interno della società italiana di un senso di disprezzo per la vita umana e della dignità delle persone più deboli".
Anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, deplora la "barbara aggressione". "Non ci sono davvero parole per esprimere l'orrore di fronte agli episodi di violenza di Nettuno e di Roma di questi giorni", commenta il ministro degli Esteri nel governo ombra Piero Fassino, che chiede di "fermare l'abisso della violenza prima che sia troppo tardi".
Anche il vicepresidente del Senato Vannino Chiti esprime "la più ferma condanna" verso episodi così violenti che "lasciano sgomento e indignazione". La Lega condanna l'aggressione e parla di "gesti incivili". "Non è ammissibile - osserva il commissario leghista del Lazio Piergiorgio Stiffoni - per un colore della pelle diverso prendersela con chicchessia". Il sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta (Pd) parla di "gesto gravissimo" ed esprime la condanna "di tutta la città".
(1 febbraio 2009) Tutti gli articoli di cronaca
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